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AstraZeneca sospeso: cosa dicono oggi Crisanti, Galli e Palù

Le reazioni all'indomani della sospensione in via precauzionale da parte dell'Aifa del vaccino anti Covid

(Afp)
(Afp)
16 marzo 2021 | 12.52
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Il giorno dopo la sospensione in via precauzionale da parte dell'Aifa del vaccino anti Covid AstraZeneca, e gli analoghi provvedimenti adottati da altri Paesi, in attesa delle valutazioni dell'agenzia europeo del farmaco (Ema), si susseguono le reazioni degli esperti interpellati sull'argomento, in particolare sulle conseguenze dello stop.

CRISANTI - "Bisogna fare chiarezza sul vaccino AstraZeneca. Senza trasparenza, le persone non si vaccineranno" dice il professor Andrea Crisanti. "Ci sono stati casi di complicazioni febbrili con spossatezza e ci sono stati casi di decesso sospetto. La pratica normale, per tutelare tutti, prevede di fermarsi per verificare se c’è stato qualche problema. Questa procedura tempestiva deve rassicurare e non allarmare: ora bisogna capire cos’è successo, in modo trasparente e tempestivo. Il principio di precauzione è a tutela di tutti quanti. Siamo in un momento un po’ caotico, i dati si accavallano e anche le decisioni tendono ad accavallarsi", osserva il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia a Mattino Cinque.

"Bisognerà chiedere agli inglesi i dati: hanno vaccinato 11 milioni di persone, sono morte 256 persone durante questa procedura ed è molto probabile che sarebbero morte in ogni caso” per altre cause, “magari per un problema cardiaco o cerebrale. E' importante fare chiarezza e comunicare senza esitazioni. La moneta che stiamo mettendo in discussione è la fiducia. Non si può dire alle persone 'tornate a vaccinarvi' senza aver dato tutti gli elementi per rassicurare. Quanto ci vorrà? Non dobbiamo pensare al tempo, dobbiamo pensare alla trasparenza e non a fare le cose di fretta", ribadisce. "Una settimana in più o in meno non è la fine del mondo, le persone devono avere fiducia, altrimenti non si vaccinano. Bisogna andare fino in fondo: acquisire tutti i dati, condividerli con trasparenza. Non si può dire tra una settimana ‘tutto a posto’, non ci crede nessuno".

GALLI - "Il vaccino AstraZeneca è sospeso e lo stop farà danni" avverte Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco e dell'università Statale di Milano, che si esprime così ad Agorà. "Mi sembra di rivivere l’esperienza del 2014 quando fu ritirato un lotto di vaccino influenzale, il risultato fu che i 3 decessi attribuiti al vaccino si rivelarono assolutamente indipendenti. Il numero dei vaccinati over 65 calò drasticamente, scese dal 54% al 48%, il minimo nella storia recente, con un centinaio di morti in più per influenza. Mi vengono un po’ i brividi a ricordare tutto questo: va bene la prudenza, ma provvedimenti di questo tipo mettono la gente in apprensione", dice Galli.

"Già il vaccino in questione è 'chiacchierato', tutto questo non gli farà per niente bene. Oltretutto la macchina vaccinale non è ancora oliata. Ho davanti agli occhi 2 o 3 dati: AstraZeneca riporta 14 trombosi profonde e 22 embolie polmonari su 17 milioni di vaccinazioni. Ogni giorno, in questo paese, ci sono 166 fenomeni di trombosi" a prescindere dalle vaccinazioni. "Una serie di eventi sono assolutamente attesi ogni giorno per la popolazione e sono legati a tutt’altre condizioni rispetto al vaccino. Noi dobbiamo vaccinare per evitare che la gente muoia di covid e questi stop fanno molto male", afferma ancora.

In generale, lo stop al piano complessivo dell'Ue rischierebbe di produrre gravi conseguenze. "Il ritardo nelle vaccinazioni farà dei morti: ritardare la procedura vaccinale in un’Europa già sguarnita di vaccini significa che tarderemo a mettere in protezione chi ha determinati problemi. Ricevo molte mail di persone che mi dicono: 'Mia madre di 90 anni è in lista per il vaccino, non è stata chiamata e ora è rianimazione con la polmonite da covid'. Capisco il principio di precauzione, ma il messaggio che va dato alle persone è che il vaccino è l’unico modo per uscire dal tunnel e per mettere in sicurezza le persone più fragili". In Italia, molte persone hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca. "Chi ha fatto la prima dose AstraZeneca stia tranquillo, non rischia problemi o patologie. AstraZeneca nasce per la singola somministrazione e i dati relativi alla singola somministrazione sono decisamente buoni e molte persone saranno protette anche con una sola dose".

PALU' - "Tutto ha origine dall’iniziativa del Paul Ehrlich Institute, l’ente regolatorio e di ricerca tedesco. L’istituto ha suggerito al ministro della Salute Jens Spahn di sospendere temporaneamente e in forma cautelativa il preparato di AstraZeneca in seguito al verificarsi di 6 casi di tromboembolia in soggetti di sesso femminile, due dei quali mortali. Questi casi sono stati messi in relazione temporale con la dose inoculata". Lo ha affermato il professor Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, in un'intervista al quotidiano 'Il Corriere della Sera'.

"L’evidenza scientifica di un nesso causa-effetto al momento non c’è. Un caso analogo di trombosi venosa profonda si era verificato anche in Olanda. Questi eventi si aggiungono a quelli riportati precedentemente in Danimarca e Austria - ha aggiunto Palù - Da qui, Olanda, Francia, Germania, Spagna e poi anche Italia hanno deciso 'a cascata' di sospendere in via cautelativa e temporanea il preparato anti Covid fino a che non si esprima l’Ema. L’agenzia regolatoria europea dovrebbe acquisire i dati di farmaco vigilanza e delle autopsie sulle persone decedute entro giovedì per dare una risposta".

"Nei 12 milioni di vaccinati del Regno Unito e nei 5 milioni dell’Unione europea, i casi registrati di questi eventi gravi erano finora prevalenti in persone anziane, età media 70 anni - ha proseguito Palù - L’incidenza è dunque nettamente inferiore a quella di un caso su mille circa, tipico di queste manifestazioni. Bisognerà vedere se le donne morte in Germania avevano condizioni predisponenti la trombosi come l’assunzione di pillola anticoncezionale oppure altre alterazioni di base della coagulazione".

"È improbabile un nesso causale diretto tra vaccinazione e decessi. Al massimo potrebbe esserci una concausa nel senso che i problemi potrebbero riguardare solo persone predisposte a sviluppare queste patologie - ha aggiunto ancora Palù - L’autorizzazione ad AstraZeneca da parte di Ema è stata data condizionatamente a una costante valutazione rischi/benefici. L’agenzia e le autorità sanitarie e nazionali svolgono un’azione di stretta sorveglianza proprio per intervenire rapidamente".

"Si hanno meno timori a ingurgitare una pillola. Nei bugiardini dei medicinali più banali comunemente usati sono elencati una sfilza di effetti indesiderati molto superiori a quelli dei vaccini. Ci dimentichiamo che sono i farmaci più sicuri, meno costosi e che ogni anno salvano 2,5 milioni di vite umane. Hanno reso all’umanità un grande servigio: aumentare la speranza di vita dai primi del ‘900 a oggi di quasi 30 anni", ha concluso Palù.

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