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Meno interventi in vigna, più sostenibilità e costi ridotti per le aziende: i vitigni resistenti - Piwi - prendono sempre più piede anche nel panorama enologico italiano.
Piwi è l’acronimo di Pilzwiderstandfähig, vitigni resistenti alla malattie fungine che richiedono meno trattamenti fitosanitari in vigna. Un'interessante opportunità per l’ambiente e di risparmio per le cantine che, sempre più spesso, decidono di investire e sperimentare in questa direzione.
È il caso di MaWi, il nuovo vino nato in casa Maculan. L’azienda di Breganze avvia il progetto PIWI nel 2017, con l’iniziale messa dimora di 4000 viti di Merlot Khorus e Sauvignon Rytos, due varietà selezionate dall'Università di Udine, e in seguito di 4300 viti di Cabernet Volos. Oggi la nuova etichetta MaWi, un blend di Cabernet Volos e Merlot Khorus con 12 mesi di affinamento in barrique di rovere, è corredata anche da un packaging pensato per essere il più sostenibile possibile: la bottiglia in vetro dal peso inferiore ai 450 grammi veste infatti un’etichetta ottenuta interamente da cotone riciclato.
“I vigneti di MaWi – spiega Maria Vittoria Maculan, enologo dell’azienda breganzese – sono resistenti alle principali avversità della vite, quali peronospora e oidio, e ricevono solo due trattamenti fitosanitari in tutta la stagione produttiva, a differenza dei dieci da eseguire con i sistemici e dei diciotto necessari con il biologico. Questo significa un ridotto impiego di carburante e di risorse idriche, nonché una diminuzione importante delle emissioni di anidride carbonica nell’ecosistema circostante. MaWi si dimostra un vino attento all’ambiente, che abbina sostenibilità, ricerca enologica e un’esperienza gustativa di qualità”.
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