Il presidente del Coni: "La sfida tra alcuni medici e il Comitato tecnico-scientifico non la capisco"
"Il campionato di Serie A ripartirà il 13 giugno al 99%". Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a 'Non è un paese per giovani' su Radio Due. "La sfida tra alcuni medici e il Comitato tecnico-scientifico non la capisco. Una volta ricominciato, non so quando finirà, ci vorrebbe la palla di vetro", aggiunge il numero uno dello sport italiano.
"Noi abbiamo recepito una direttiva che individua un percorso di coinvolgimento generale e non un isolamento individuale. Ma questo è un tema che riguarda la Commissione tecnico-scientifica e io non ho mai interloquito con loro, perché giustamente devono farlo solo in Ministero dello Sport e quello della Salute. Non so il motivo di questa decisione, mi dicono che è una decisione che potrebbe essere rivista ma non voglio aggiungere ulteriori considerazioni", spiega quindi il presidente del Coni, in merito al protocollo per la ripresa degli allenamenti di gruppo che prevede la quarantena di tutta la squadra alla prima positività. "Quello che è sicuro è che sono persone serie e probabilmente tra un protocollo più restrittivo e uno meno hanno voluto dare una indicazione nell'interesse del sistema paese oltre che di alcune categorie", aggiunge Malagò a Radio 2.
Poi, al termine della Giunta alla quale ha partecipato il ministro dello Sport Spadafora, sulla ripartenza del campionato di Serie A, Malagò sottolinea: "Ci sono grandissime probabilità che il campionato parta, ce ne sono di meno, non so di quanto, che una volta che parte il campionato finisca. Avevo detto troviamo una strada alternativa come hanno fatto altri paesi, Inghilterra e Germania in primis".
"Quale la strada migliore per portare in sicurezza l'ultima parte del campionato? C'è molto rispetto non solo istituzionale, non solo del ruolo, del governo, del ministro e del comitato olimpico. Si è riacquistata una centralità. Il calcio, la Serie A, ha fatto e sta facendo di tutto per ricominciare il campionato. Io ho detto che era e oggi è un diritto-dovere che si debba portare avanti per gli interessi economici che muove e tutte le implicazioni. Non posso che applaudire questo - spiega Malagò - Ho sostenuto e sostengo ancora oggi più di prima che si doveva prevedere un'alternativa se non dovesse tutto andare a buon fine. Il Ministro è stato molto chiaro, abbiamo sancito i protocolli del 18 e del 25 ma non la data della ripresa, quello lo deve fare la Cts, siamo tutti sospesi. Io penso che si possa iniziare il 13 e che ci sono ancora molti elementi che devono essere chiariti".