"Non lavorammo mai insieme per le gelosie tra redazioni"
"Sergio Zavoli è stato il più grande giornalista radiotelevisivo di sempre, perché ha fatto cose memorabili sia alla radio, dove fece quello straordinario documentario entrando per la prima volta con un microfono in un convento di clausura, sia soprattutto in tv". Così Bruno Vespa ricorda con l'Adnkronos il collega Sergio Zavoli, scomparso ieri sera all'età di 96 anni. "Le cose che vanno sicuramente ricordate, a mio giudizio - dice Vespa - sono 'Il processo alla tappa', perché diede dignità letteraria al ciclismo, e 'La Notte della Repubblica', perché riuscì a intervistare tutti i protagonisti, compresi i terroristi, di quella terribile stagione".
"Ci conoscevamo - ricorda Vespa - da quando io entrai in Rai, subito dopo aver vinto il concorso nel 1968. Ma non ho mai potuto lavorare con lui, perché c'erano grandi gelosie tra il quarto piano di Via Teulada, dove c'era la redazione del tg, e il terzo, dove c'erano gli Speciali. Ma guardando i suoi servizi e girando con i suoi operatori ne ho imparato la costruzione. E ho grande gratitudine nei suoi confronti anche per questo. Poi siamo stati amici per tanti anni e ci siamo confrontati anche durante la sua presidenza della Rai naturalmente. E mi fa piacere avere preso da lui il testimone della presidenza della giuria del Premio Guidarello per il Giornalismo d'Autore con cui negli anni abbiamo premiato tantissimi bravi professionisti", conclude Vespa.