Il regista cita gli articoli 11 e 21 della Carta, poi l'omaggio a Bernardo Mattarella, padre del presidente e padre costituente
"Lei è al secondo mandato, Amadeus è al quarto e ha già prenotato il quinto, è costituzionale? Presidente bisogna fermarlo". Così Roberto Benigni ha scherzato dal palco del Teatro Ariston rivolgendosi al presidente Sergio Mattarella. "Bisogna fermarlo, è dittatura. Ma gli perdoniamo tutto perché è davvero una persona straordinaria e un grande direttore artistico. Il fatto che sia riuscito ad avere per la prima volta il presidente della Repubblica a Sanremo lo dimostra", ha aggiunto. Poi ha scherzato sulla durata del festival: "Presidente, ma l'hanno avvisata di quanto dura il Festival? Alle due di notte siamo a metà". Poi, dopo lo sketch e aver tessuto le lodi del lavoro dei padri e delle madri costituenti, Benigni cita l'articolo 11 della Carta costituzionale: "Nella nostra Costituzione c'è un articolo che dice l'Italia ripudia la guerra. Noi l'abbiamo scritto nella Costituzione. Se l'avessero adottato tutti non potrebbe più accadere che un Paese ne invade un altro".
Poi si sofferma sull'art. 21 che tutela la libertà d'espressione: "L'art. 21 ci ha liberati dall'obbligo di aver paura", dice. "Durante il Fascismo non si sarebbe potuto fare nemmeno Sanremo. Si cantava sempre la stessa canzone sul partito, sui soldati, sulla guerra". Infine l'esortazione a riscoprire e realizzare i principi contenuti nella Costituzione: "Non bisogna solo leggerla, bisogna viverla. Bisogna amarla".
"Tra i nostri padri costituenti c'era Bernardo Mattarella che è il padre del presidente, lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, possiamo dire che la Costituzione è sua sorella", si è poi rivolto così dal palco dell'Ariston al presidente della Repubblica.