E' morto Sandro Petrone, storico conduttore del tg2. A quanto si apprende il noto giornalista si è spento a causa di una grave malattia che tre anni fa lo aveva costretto ad andare in pensione. Petrone si era dedicato così a fare il musicista, una delle sue più grandi passioni. L'inviato di guerra e noto volto del Tg2 era stato nei principali teatri di guerra, dal Medioriente ai Balcani.
Il giornalista, che da tempo combatteva contro il cancro, nel 2018 pubblicò 'Solo fumo', una sorta di concept album, un disco che gira attorno ad un'unica storia, quella di un inviato speciale che, dopo quarant’anni in giro per il mondo, lascia il giornalismo per tornare cantautore, come in gioventù, nella Napoli della Vesuwave. Nato a Napoli Petrone ha iniziato la sua carriera giovanissimo partendo dalle radio private per poi arrivare alla carta stampata. Nel '79 iniziò la sua collaborazione con la Rai e nell'87 collaborò anche con Telemontecarlo.
Come inviato di guerra (primo italiano a trasmettere dal Kuwait liberato, ex Jugoslavia, Kosovo, Iraq, Libano, Attentati dell'11 settembre in Usa, Attentati dell'11 marzo a Madrid, Iran, Afghanistan, Libano, Libia) è stato anche il primo giornalista italiano a coprire grandi eventi adoperando una propria telecamera (guerra del Golfo, crollo dell'Urss e guerra in Jugoslavia).
Ha lavorato nelle sedi di corrispondenza della Rai di New York, Londra, Parigi e Mosca. Nel 1992 ha seguito le elezioni presidenziali americane, con lunghe permanenze negli Stati Uniti. Autore di programmi è stato tra i realizzatori di Rai Radiosoftware di Raidio Tre, la prima trasmissione d'Europa a comunicare con i computer via etere e a stabilire un circuito interattivo con gli ascoltatori.
SANGIULIANO - "Una grave perdita per il giornalismo, un esempio per tutti". Così il direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, all'’Adnkronos ricorda Petrone. "Io ricordo Petrone come un grandissimo professionista, una persona puntuale, innamorata di questo mestiere che in ogni cosa che faceva metteva entusiasmo della prima ora. Per lui il giornalismo non è mai stato una routine – osserva Sangiuliano - ma una ricerca attenta e un’indagine permanente della realtà”. “Era napoletano come me. Lo ricordo dai tempi del Giornale di Napoli dove lui fu praticante nella redazione spettacoli – racconta il direttore - Quando lo incrociavo, mentre ero vicedirettore al Tg1, c’erano sempre dei simpatici scambi di battuta sulla comune napoletanità. Oggi gli dedichiamo un titolo in tutte le edizioni del telegiornale".
USIGRAI - "Era orgoglioso e appassionato del suo lavoro. Sempre gentile. Pronto a partire. Un professionista che amava la tv, amava la Rai, credeva nel Servizio Pubblico". Così in una nota l'Esecutivo Usigrai ricorda Petrone. "Sandro Petrone è stato un volto, è stato una firma. Ed è stato anche un docente per decine di giovani professionisti alla Scuola di Giornalismo di Perugia - prosegue l'Usigrai - ai quali trasmetteva la passione e la competenza per la televisione come linguaggio. Non ha mai nascosto la sua malattia. Anzi, ha lottato con grinta e determinazione. Ha portato sempre con sé l'orgoglio delle sue origini napoletane, e l'amore per la musica coltivato sin dagli anni '70 insieme ai migliori interpreti e rappresentanti della musica partenopea. Alla sua famiglia, l'abbraccio delle giornaliste e dei giornalisti della Rai".