Tour itinerante da marzo 2025 per il cantautore: "Sarà una grande festa ma senza nostalgia"
Capelli folti, occhi scuri e timbro di voce profondo. Filippo Graziani del padre Ivan non conserva solo l'aspetto e il cognome ma anche la stessa passione nel fare musica. Dopo il successo dell’album 'Ivan Graziani - Per gli amici', pubblicato lo scorso 26 gennaio e il tour omonimo che ha raccolto oltre 50 date per lo più sold out, l'artista è pronto a tornare sul palco con le poche date esclusive di 'Ottanta. Buon compleanno Ivan', una festa di compleanno itinerante ricca di sorprese, per celebrare da marzo 2025 quello che sarebbe stato l'80esimo compleanno del padre. "E' una grande soddisfazione festeggiare così" racconta Filippo l'AdnKronos a pochi passi dal Teatro Ariston di Sanremo, dove, nell'ambito del Premio Tenco, riceverà il Premio Siae alla memoria del padre, che partecipò alla prima edizione del 1974.
"Avevo già pensato di fare qualcosa per i 70 anni ma poi non è andata in porto - ammette -. L'idea è ripercorrere la musica di mio padre e in particolare recuperare delle canzoni da una triade di dischi che per gli appassionati è culto ma che alcuni neanche conoscono: 'La città che vorrei', 'Desperation' e ''Tato Tomaso's Guitars'. Alcune non le ha mai fatte dal vivo neanche lui. E poi vorrei fare una vera festa sul palco, come se fosse con noi". Non qualcosa di triste nostalgico, avverte, "ma una vera celebrazione. Stiamo lavorando sugli ospiti, una festa è bella se c'è qualche invitato..."
Nel nome del padre, sempre e comunque. Dal cognome che porta, Filippo non si è mai voluto smarcare, a differenza di tanti 'figli di'. E lo rivendica con orgoglio. "Non ne ho mai sentito la necessità - spiega - al contrario di altri. Io sono arrivato con molta calma al repertorio di mio padre, con le tempistiche che mi servivano, con la tranquillità di imparare e capire cosa volesse dire con le canzoni. Poi ho trovato la mia dimensione. Non puoi cantare 'Lugano addio' se non hai vissuto un'esperienza similare e dovevo crescere. Ho il mio modo di suonare le canzoni di papà, do il mio contributo a quello che sto interpretando. Il modo giusto è lasciarsi andare alla musica, al di là dal repertorio, mi interessa vivere dei bei momenti. Se mi concentrassi solo sul ricordo diventerebbe pesante".
Tornare al Premio Tenco dopo 10 anni è una grande emozione per Filippo Graziani: "Manco dal 2014 - ricorda - E' come tornare a casa, c'è un bel rapporto tra il Club e la nostra famiglia. Papà è stato il primo artista a salire sul palco alla prima edizione ed è bellissimo ritirare il premio dedicato a lui". Ma il palco dell'Ariston, per Filippo, fa rima anche con il Festival della canzone italiana. Sempre nel 2014 ha partecipato in gara nella categoria 'Nuove proposte' con il brano 'Le cose belle' senza però accedere alla finale nella sua sezione. Mai pensato di tornarci? "Sì - ammette - quell'anno si sono create amicizie belle ma il Festival è un posto strano, è cambiato molto, sono cambiate le dinamiche. Mi piacerebbe se riuscissi ad avere un momento in cui si possa suonare".
La cosa che lo ha "intristito" di più di Sanremo è stata "la preparazione enorme, il build up per una settimana...poi sali sul palco tre minuti risicati e non sono catartici per niente. E' una preparazione di mesi e poi in tre minuti finisce tutto". Una dinamica del genere "non so quanto faccia per me - dice - però sicuramente Sanremo è il palco vero, una grande realtà e se ci fosse l'opportunità lo rifarei volentieri".
(di Federica Mochi)