"Io non amo chi criminalizza il dissenso. Censurare chi la pensa in modo diverso è qualcosa che non mi appartiene"
"Mentana ha ragione" sul fatto che mettere a confronto uno scienziato e uno stregone non è informazione, "ma lui si riferisce al suo mondo, ai tg. Il suo radicalismo non può essere applicato a chi fa programmi tv, i talk sono fatti di contrapposizione e dialettica, io non amo chi criminalizza il dissenso. Censurare chi la pensa in modo diverso è qualcosa che non mi appartiene. È giusto porsi la domanda, ma è altrettanto vero che quando porti un no vax in tv e senti che spiegazioni dà in automatico si fa male da solo e non fa una bella pubblicità ai negazionisti". Nell'ambito di un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, che anticipa il senso della puntata speciale di questa sera sulla mafia ('Non è l'Arena' su La7), Massimo Giletti si sofferma sul dibattuto tema 'no vax' e relativo spazio a dedicarvi.
Qual è lo stato di salute dell'informazione? "Sono estimatore di Draghi e penso che dobbiamo ringraziare Renzi per aver staccato la spina a Conte. Ma do ragione a Santoro, mi sembra ci sia un generale appiattimento e una forte omologazione. E non è un bene. Dobbiamo farci domande, ottenere risposte; bisogna avere coraggio e anima critica. Quanti cani da guardia siamo rimasti? Se mettiamo insieme quello che hanno detto esperti e virologi negli ultimi due anni troviamo moltissime castronerie; è evidente che c'è stato un problema di informazione. Io credo che anche in un periodo di crisi sanitaria ascoltare chi la vede in modo diverso rimanga fondamentale".