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Musica: Dolcenera e 'Le stelle non tremano', così combatto paura futuro

Dolcenera (Foto di Paolo Cecchin)
Dolcenera (Foto di Paolo Cecchin)
11 settembre 2015 | 13.00
LETTURA: 5 minuti

"E' un album che ruota intorno alla paura del futuro, contaminato dalle diverse culture con cui sono venuta a contatto, in cui c'è una ricerca meticolosa sui suoni". Dolcenera parla con l'Adnkronos del suo nuovo progetto musicale, 'Le stelle non tremano', da oggi nei negozi e nei digital store. Un disco di inediti, il sesto nella carriera dell'artista 38enne, pieno di energia: "Quando scrivevo questi brani facevo tanto sport, avevo dentro una grande energia che volevo tirar fuori, ero sovraeccitata".

Negli 11 brani ci sono tanti sentimenti: coraggio, amore, lealtà, caparbietà e positività. Sentimenti che possono combattere quella paura. 'Se non c'è un futuro/ lo inventeremo' canta Emanuela Trane, vero nome di Dolcenera, in 'Niente al mondo'. E ne 'Il viaggio': 'Non si può/ stare chiusi in un incubo/ non se ne può più/ del pessimismo cosmico'.

L'album, interamente scritto, arrangiato e prodotto dalla stessa cantautrice salentina per K6DN Records, ha un sound 'synth dance oriented' spesso contaminato con suoni primitivi, primordiali, che richiamano antiche culture orientali e africane. "Il viaggio in Cina mi ha influenzato molto", racconta l'artista che afferma di non avere "canzoni nel cassetto".

"Mi piace raccontare del presente - dice Dolcenera - e credo che se uno spunto non entra in un album è perché non valeva la pena". "Sono una persona cangiante - aggiunge - mi appassiono ad alcune cose, e le approfondisco. Mi piace sorprendermi, mettermi sempre alla prova". Da qui la sua capacità di evolversi, di reinventare se stessa e la sua musica.

Ecco allora 11 brani dalla melodia che unisce sfumature bluesy e mediterranee come in 'Niente al mondo' oppure tipica della tradizione musicale italiana con vicinanza a quella napoletana come accade in 'Immenso' (IG track del preorder del disco): "E' un brano a cui tengo tanto, un esperimento riuscito di arrangiamento moderno su una melodia che fa parte della nostra cultura. Ci ho messo due mesi e mezzo per realizzarla. Il mio compagno mi ha fatto notare che c'è chi in due mesi e mezzo fa un album intero".

'Universale' è una canzone "complessa, una specie di testamento in cui c'è molto di me". 'Un peccato' invece nasce da un immaginario sonoro che vuole richiamare il primordiale, la giungla, con un sound di chitarra preso in prestito dall'heavy metal mentre in 'Figli del caos' ci sono sonorità orientali, giapponesi e cinesi. 'Caos' ha un sound electro-pop , 'Fantastica' ha una struttura dance e '2vite' un sound che miscela ragamuffin e reggae.

'Il viaggio' è un brano scritto "in un periodo di depressione 'cosmica'", "il più terapeutico di tutti quelli scritti in questi ultimi 10 anni". Mentre 'L'anima in una lacrima' è una "canzone d'amore. L’amore raccontato nella sua incapacità di realizzarsi appieno", "fatto di un suono imperioso di archi e fiati volutamente finti in stile anni '70, di melodie blues, di cori gospel soul reali ma anch’essi trattati come fossero realizzati tramite software".

Nel 2005 Dolcenera partecipò e vinse 'Music Farm', un talent show antesignano di X Factor. Una partecipazione di cui l'artista ha ampiamente parlato per la crisi che ne seguì: "Non ero preparata a tutto quel gossip e non ho saputo gestire tutto ciò che mi stava accadendo. Avrei potuto sfruttare tutta quella notorietà, ma mi interessava la musica. Sarebbe stato un altro lavoro...".

Ma proprio grazie a quella trasmissione televisiva, "mi sono scoperta arrangiatrice - ricorda - I miei primi due album erano stati arrangiati da Lucio Fabbri. Durante 'Music Farm' avevo una settimana per reinterpretare il brano che mi veniva assegnato. Ricordo quando la produzione, di fronte al mio 'stravolgimento' di 'I will survive' in chiave jazz aveva paura che poi il pezzo non sarebbe stato riconoscibile".

Negli ultimi anni l'approccio nei confronti dei talent per chi vuole fare questo mestiere è cambiato: "Il momento storico è cambiato. La carenza dello scouting da parte delle case discografiche viene compensato dalla televisione - afferma Dolcenera - Se qualcuno viene da me dicendomi che vorrebbe cantare ma non vuole passare per la tv, gli dico che sbaglia e che invece deve provare quella strada".

"Il problema è che se non conosci bene te stesso e le tue peculiarità musicali, rischi molto - sottolinea - Perché più forte è l'entità del successo, più forte di conseguenza è quella dell'insuccesso di cui si parla poco".

Se "essere sui giornali tutti i giorni è un 'lavoro'" anche "essere molto presente sui social è impegnativo": "Da qualche tempo mi sono appassionata a Instagram perché credo che attraverso le foto si capisca molto di una persona - sottolinea l'artista salentina - prima ero contraria ai selfie, pensavo fosse roba da vanitosi. Invece ho scoperto che il messaggio che passa è quello della spontaneità e della sincerità. Per questo ho superato quella mia iniziale resistenza".

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