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Scaccabarozzi: "+6 mila occupati nel pharma nel 2016, 50% under 30"

Massimo Scaccabarozzi e Beatrice Lorenzin /Adnkronos - Adnkronos Salute
Massimo Scaccabarozzi e Beatrice Lorenzin /Adnkronos - Adnkronos Salute
21 giugno 2017 | 15.15
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Il pharma made in Italy è "un settore in crescita. Lo dimostrano anche gli occupati: +6 mila unità nell'ultimo anno, la metà under 30. E l'occupazione negli ultimi mesi cresce ancora". E' un bilancio positivo quello del presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, a margine dell'Assemblea pubblica in corso a Roma.

"Manca l'ultimo miglio - afferma - Chiediamo al Governo di considerare il peso di un settore con oltre il 70% di export, che contribuisce alla crescita del Paese. Si è fatto tanto per dare stabilità alla farmaceutica - riconosce Scaccabarozzi - Ora bisogna trovare una nuova governance del sistema. I farmaci innovativi non sono solo costi, perché di fatto allungano la vita".

"Voglio dedicare ogni giorno di questo mandato, perché abbiamo moltissimi mesi davanti a noi, per lasciare un sistema regolatorio che permetta all'industria del farmaco italiana di essere la prima in Europa". Lo ha promesso il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo all'Assemblea pubblica di Farmindustria. "Sarebbe un peccato - ha aggiunto - perdere la sfida a chi arriva prima, anche perché" in Europa "non siamo circondati da 'cenerentole e biancaneve'".

"Vogliamo portare a compimento una riforma della governance che renda l'Agenzia del farmaco sempre più forte e ci permetta di inserire nuovi meccanismi regolatori", al passo con le innovazioni frutto della ricerca. Lo ha sottolineato il ministro della Salute, che ha ricordato il lavoro fatto sul payback: "Stiamo arrivando alla fine di un percorso, per essere certi che dal 2017 cambieranno le cose in Italia". Guidati dalla convinzione che "il sistema salute nel sistema Paese sia trainante, centrale per il Pil e motore trainante per l'economia. I numeri che abbiamo - ha detto Lorenzin - ci dicono che questo è un elemento su cui non si può non contare".

Cresce l'Italia del pharma. La produzione è salita del 2,3% nel 2016 arrivando a 30 miliardi, grazie alla forza trainante di un export da 21 miliardi (pari al 71%). Esportazioni che dal 2010 hanno avuto un'impennata del 52%, rispetto a una media dei Paesi Ue del 32%. Inoltre, gli addetti nell'industria farmaceutica sono aumentati arrivando a 64.000. Gli investimenti sono stati di 2,7 miliardi (1,5 mld in R&S e 1,2 mld in produzione), con un aumento del 20% in 3 anni, pari a 450 milioni. E i trend di crescita del 2016 sono confermati anche nei primi mesi del 2017. Da gennaio ad aprile, rispetto allo stesso periodo del 2016, l'occupazione è cresciuta del 2,7%, la produzione del 4,7% (la media manifatturiera è dell'1,5%) e l'export del 14% (la media manifatturiera è del 7%).

Per il numero uno Farmindustria è il momento di tenere conto dell'impatto dell'innnovazione: "Oggi c'è un rinascimento della farmaceutica - sottolinea - con molti prodotti innovativi in arrivo grazie alla ricerca sul genoma". Nei laboratori di tutto il mondo ferve il lavoro di ricerca sui nuovi farmaci, ed è record di prodotti in sviluppo. A testimoniare quello che Farmindustria, riunita oggi a Roma in Assemblea pubblica, chiama "il Rinascimento della R&S" sono i numeri: oltre 14.000 prodotti in sviluppo. E di questi circa 7.000 in fase clinica. Ogni medicinale è frutto di una lunga storia: 10-15 anni e fino a 2,5 miliardi di euro di investimenti per svilupparlo, e solo una sostanza su 10 mila arriva ad essere farmaco. Una scommessa, per una ricerca sempre più attenta alla salute femminile, con 850 farmaci in sviluppo nel mondo per malattie che vanno dal diabete ai tumori, da quelle muscolo-scheletriche a quelle autoimmuni delle donne.

I numeri della R&S in Italia sono pari a 1,5 miliardi nel 2016, il 7% del totale, ma al primo posto per quota di imprese innovative e per rapporto tra spese per innovazione e addetti. Investimenti che sono cresciuti del 20% negli ultimi 3 anni. Inoltre, 700 milioni sono stati investiti in studi clinici presso le strutture del Servizio sanitario nazionale. Nell'industria farmaceutica gli addetti sono altamente qualificati (90% laureati e diplomati), con spazi ampi per le donne. Che sono il 44% del totale rispetto al 25% del resto dell'industria e hanno ruoli importanti nell'organizzazione aziendale (29% dei dirigenti rispetto al 12% del resto dell'industria) e strategici, come ad esempio la R&S (52% del totale). Il settore si caratterizza inoltre per un modello innovativo di Relazioni industriali e strumenti di welfare moderni ed efficaci (come ad esempio asili nido, mense aziendali e prevenzione).

Proprio con i sindacati le imprese affrontano la nuova sfida della formazione a vantaggio di giovani e meno giovani per le professioni che verranno. In rampa di lancio, afferma Farmindustria, i programmi di alternanza scuola-lavoro con gli istituti superiori per un'alleanza tra giovani e imprese che nasce dai banchi di scuola. Un progetto realizzato insieme al ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, che rappresenta un'ulteriore prova della partnership pubblico-privato

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