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Farmaci, l'allarme: "Uno su dieci è contraffatto, fenomeno in aumento"

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21 maggio 2016 | 17.36
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La vendita di farmaci contraffatti è un fenomeno in costante aumento. A lanciare l'allarme sono gli esperti delle società scientifiche Sif (Società italiana di farmacologia) e Sitox (Società italiana di tossicologia) che con il Comando Carabinieri per la Tutela della salute hanno promosso a Bologna - nella cornice del Festival della scienza medica - un convegno congiunto sul tema.

Secondo i dati diffusi, il 10% dei farmaci venduti nel mondo è contraffatto. Nel settore alimentare dei prodotti per la salute la contraffazione vale un fatturato 'nero' da 1,1 miliardi l'anno. I paesi più sviluppati hanno meno dell'1% del valore di mercato, ma il valore è in costante aumento. Mentre il fenomeno è già oggi più consistente in Africa, parte dell'Asia, e parti dell'America Latina, dove si rilevano aree in cui più del 30% dei medicinali in vendita può essere contraffatto. A livello mondiale invece, più del 50% delle medicine vendute da siti illegali sono contraffatte.

Il fenomeno, spiegano gli esperti, è in costante aumento a causa, soprattutto, della versatilità di Internet che permette di dispensare prodotti pericolosi per salute (ma apparentemente identici per confezione e aspetto) con sempre maggiore facilità. La contraffazione è un reato, "un problema planetario, una grande minaccia per la salute pubblica che interessa anche gli alimenti oltre ai farmaci", avvertono. E un monito su questo tema è arrivato anche dall'Agenzia del farmaco.

L'Oms definisce come contraffatto "un farmaco la cui etichettatura sia stata deliberatamente e fraudolentemente preparata con informazioni ingannevoli circa il contenuto e/o l'origine del prodotto". Ci sono casi in cui il principio attivo è assente o sottodosato (in che equivale a inefficacia terapeutica e rischio di sviluppare resistenza), in altri prodotti invece il principio attivo è sopradosato, con rischio di tossicità, lo stesso a cui si va incontro quando il farmaco non è autorizzato o quando un prodotto contraffatto risulta di scarsa qualità per impurità e residui, o ancora quando è diverso da quello dichiarato (caso in cui si aggiunge anche l'inefficacia terapeutica). C'è poi anche il rischio di interazioni per la compresenza di principi attivi.

Gli esperti spiegano anche che la richiesta da parte dei Paesi in via di sviluppo riguarda soprattutto medicinali salvavita come antibiotici, antimalarici, antitubercolari, antiretrovirali, mentre dai Paesi industrializzati riguarda o medicinali costosi che migliorano la qualità della vita come farmaci contro le disfunzioni erettili, steroidi, anoressizzanti e psicofarmaci, oppure ultimamente, come in Europa, anche costosi antitumorali.

E il cittadino cade nella trappola del mercato illegale perché in cerca di un medicinale non disponibile nel proprio Paese, o perché prova imbarazzo nell'acquistarlo nei canali ufficiali, per motivi di costo e di rifiuto alla prescrizione da parte del medico. Gli esperti ricordano che la contraffazione dei medicinali è "un vero e proprio crimine, e la sua gravità non è limitata al danno economico" ma diventa "un problema di salute pubblica: sia per i pazienti, sia per il Sistema sanitario che si ritrova a dovere gestire i costi derivati dai danni della contraffazione sui pazienti".

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