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Proteggere i pazienti ed evitare gli sprechi, dagli esperti una 'black list' di 54 farmaci da evitare

Iniziativa della Fondazione Gimbe. Destinatari dell'elenco, pubblicato sulla nuova rubrica 'Less is More' nella rivista 'Evidence', i medici e le autorità regolatori

Proteggere i pazienti ed evitare gli sprechi, dagli esperti una 'black list' di 54 farmaci da evitare
15 ottobre 2014 | 14.05
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(Adnkronos Salute) - Ben 54 farmaci da evitare "per proteggere la salute dei pazienti". Con quest'obiettivo gli esperti della Fondazione Gimbe hanno stilato una 'black list' traducendo e adattando al contesto nazionale la lista pubblicata da 'Prescrire International', rivista d’informazione indipendente sui farmaci, lo scorso febbraio. Vengono elencati medicinali con effetti collaterali eccessivi rispetto ai benefici; vecchie molecole con profilo rischio-beneficio meno favorevole rispetto a quelle nuove, oppure nuovi farmaci con profilo rischio-beneficio meno favorevole rispetto alle alternative. E ancora, medicinali per cui non esistono adeguate prove di efficacia, ma è ben documentato il rischio di gravi effetti avversi.

"Se è vero che una quota consistente degli sprechi in sanità - sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - è conseguenza della prescrizione ed erogazione di interventi sanitari inefficaci, inappropriati e dal 'low-value', è indispensabile ripartire dalle migliori evidenze scientifiche per identificare tali interventi - aggiunge - per ridurre i problemi di informazione tra il mondo della ricerca e quello dell’assistenza sanitaria".

I destinatari della lista, pubblicata sulla nuova rubrica 'Less is More' nella rivista 'Evidence', sono "innanzitutto i medici che dovrebbero valutare con estrema cautela la prescrizione di questi farmaci, ma anche le autorità regolatorie - precisa - perché allo stato attuale delle conoscenze il profilo rischio-beneficio dei farmaci inclusi è sfavorevole in tutte le indicazioni approvate. Di conseguenza, per un’adeguata tutela dei pazienti, è necessario valutare l’opportunità di mantenerli sul mercato o di limitarne le indicazioni autorizzate".

"Anche quando non esistono alternative soddisfacenti a questi farmaci - suggerisce Cartabellotta - non è mai giustificato in assenza di prove di efficacia esporre i pazienti a rischi severi, anche nelle gravi patologie. In assenza di trattamenti efficaci nel migliorare la prognosi della malattia, l’opzione migliore è sempre rappresentata da una terapia di supporto personalizzata, perché la sicurezza del paziente viene prima di tutto".

La 'black list' comprende 54 farmaci usati in oncologia (Catumaxomab, Panitumumab, Trabectedina, Vandetanib, Vinflunina) cardiologia (Aliskiren, Fenofibrato, bezafibrato Ivabradina, Trimetazidina) dermatologia e allergologia (Tacrolimus unguento, Prometazina), nel trattamento del diabete (Linagliptin, saxagliptin, sitagliptin e vildagliptin) e l'obesità (orlistat), analgesici per le malattie osteoarticolari (Celecoxib, etoricoxib e parecoxib, Ketoprofene hegl, Piroxicam), miorilassanti (tiocolchicoside, chinina), molecole per osteoporosi (Denosumab, stronzio ranelato) e osteoartrite (Diacereina, Glucosamina), antibiotici (Moxifloxacina, Telitromicina).

E ancora, medicinali utilizzati in gastroenterologia (Domperidone, droperidolo, Procalopride), ginecologia-endocrinologia (Tibolone), neurologia (Flunarizina, Tolcapone) e anti-Alzheimer (Donepezil, galantamina, rivastigmina, memantina) e quelli per le malattie dell'apparato respiratorio (Decongestionanti vasocostrittori orali e nasali, Omalizumab, Pirfenidone). Non mancano antidepressivi (Agomelatina, Duloxetina cloridrato, Venlafaxina), altri farmaci psicotropi (Asenapina, Dapoxetina) e pillole per smettere di fumare (Bupropione, Vareniciclina).

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