Nessuno tocchi Ognissanti e Festa dei morti, ma ben venga Halloween - con il suo 'dolcetto o scherzetto' - come festa aggiuntiva da importare, ma senza spazzare via le tradizioni. Parola di pediatra. E' Italo Farnetani a spiegare perché, a suo avviso, ha senso permettere ai ragazzi di 'celebrarla', ancora di più quest'anno: "Sono giorni in cui assistiamo a racconti di violenza, guerra e morte documentate da immagini terribili e crude. In questo contesto, un momento di aggregazione basato sulla gioia e sullo spirito di festa è positivo e utile per i ragazzi - osserva all'Adnkronos Salute il professore ordinario dell'Università Ludes-United Campus of Malta - E se andava bene prima della pandemia di Covid-19, queste occasioni sono a maggior ragione più importanti adesso, dopo i due anni di lockdown, di Dad e di relazioni basate sul web", vissuti dagli under 18 italiani e non solo. "Tutto questo ancora più necessario", ribadisce l'esperto.
Al camice bianco dei bimbi piace l'idea che, con la scusa di bussare mascherati e in cerca di dolcetti alle porte dei vicini, i ragazzi possano trascorrere del tempo in gruppo e fuori casa. "Mi sono espresso più volte a favore della festa di Halloween, intesa come una festa ulteriore rispetto a quelle proprie di ogni territorio e di ogni popolazione. L'ho giudicata positivamente come momento in più di aggregazione, di socializzazione e di contrasto alla vita sedentaria. E' un momento in cui soprattutto i più piccoli lavorano per preparare gli oggetti, i dolci, le caramelle", le stesse maschere da indossare, "ed è poi un modo per incontrarsi e stare all'aria aperta. Tutto questo è utile per i rapporti interpersonali e l'identificazione nel gruppo dei coetanei. Altro elemento cruciale è lo stare lontano dalla vita sedentaria e dal ricorso a supporti elettronici di ogni tipo", ragiona Farnetani.
A chi punta spesso il dito contro le feste importate, il pediatra replica che tutto dipende da come si importano queste 'abitudini straniere': "Lo ripeto, Halloween va bene come festa in più. E questo non esclude un altro aspetto importante: le feste legate al territorio e alle tradizioni, alla storia e alla vita quotidiana delle varie popolazioni, vanno preservate, incrementate e salvaguardate. Sono radici collettive e familiari. E i bambini per crescere hanno bisogno di questo: radici reali, come lo sono tutte le forme di tradizione, e di storia" personale e di comunità. "Sono quelle che daranno dei punti di riferimento importanti, anche quando durante la crescita il corpo, la mente e gli affetti cambieranno. Un punto di appiglio. Va quindi bene aggiungere qualche festa in più, anche se importata e globalizzata. Sempre salvaguardando quelle tradizionali", conclude il medico.