Sull'avamposto africano dell'ateneo milanese, 'iniziativa dal grande potenziale in ambito formativo e ricerca'
"L'idea di questo nostro outpost in Uganda, chiamato Bridge, nasce un anno fa da un incontro con il professor Pietro Invernizzi", direttore del Dipartimento di Medicina e chirurgia dell'università Milano-Bicocca, "il quale mi ha raccontato delle iniziative del progetto Global Health che l'ateneo aveva già messo in piedi in Africa. Da lì l'idea di dare vita a qualcosa che potesse essere più stabile, una realtà di collaborazione e di integrazione in Uganda. Integrazione credo sia, infatti, la parola chiave attorno a cui si sviluppa questa iniziativa". Così Gabriella Pasi, prorettrice per l'Internazionalizzazione dell'università Milano-Bicocca, spiega la nascita dell'avamposto per la salute globale dell'ateneo lombardo in Uganda, denominato Bridge (Bicocca research and innovation for development and global health)-Uganda, che è stato presentato oggi nel capoluogo lombardo.
"Vedo in questo outpost l'opportunità per i nostri studenti e specializzandi di imparare e accrescere le proprie conoscenze in un ambiente sociale differente - aggiunge Pasi - Lo stesso vale per i colleghi che lavorano in Africa, che assieme ai nostri ragazzi potranno generare qualcosa di nuovo e di bellissimo. Questa iniziativa ha un grande potenziale di crescita che ci permetterà di dare vita a tantissimi tipi di collaborazioni. Si tratta di un hub che darà poi l'opportunità di includere altre aree e di allargare la 'famiglia universitaria'. Il lavoro fatto è stato enorme e ce ne sarà ancora tanto da fare, ma sono certa che questo sforzo porterà tantissimo indotto, sia in ambito formativo che di ricerca. Spero sia quindi un inizio proficuo di un percorso di crescita per tutti".