"Queste sostanze sono risultate potenzialmente cancerogene a test standard effettuati sugli animali, ma dire che chi mangia olio di palma è esposto al pericolo di tumore non è assolutamente un passaggio diretto e non esiste letteratura che affermi che i grandi consumatori di olio di palma hanno più alto rischio di tumore". A commentare con l'Adnkronos Salute il parere dell'Autorità per la sicurezza alimentare europea (Efsa) secondo cui i contaminanti da processo a base di glicerolo presenti nell'olio di palma, ma anche in altri oli vegetali, nelle margarine e in alcuni prodotti alimentari trasformati, potrebbero dare adito a potenziali problemi di salute, è Marco Silano, direttore del dipartimento Alimentazione, nutrizione e salute dell'Istituto superiore di sanità.
"In particolare - ricorda l'esperto - le sostanze in questione sono tre derivati del glicerolo presenti in tutti gli oli vegetali dopo i processi di raffinazione , o in forma libera o come esteri degli acidi grassi. Non si tratta di un problema improvviso: è noto da anni che i processi di raffinazione degli oli vegetali dessero luogo a questi contaminanti ed è proprio grazie a questo, fra l'altro, che la loro concentrazione è stata dimezzata dal 2010 al 2015 dall'industria. E' stata la Commissione europea richiedere all'Efsa un parere scientifico. L'Efsa è infatti un organo tecnico che esprime appunto un parere tecnico-scientifico, mentre l'organo normativo è la Commissione europea, che sulla base del documento deciderà se e come intervenire".
E' importante dunque sottolineare che "il parere Efsa non era destinato al consumatore, al quale spetta comunque di certo un diritto di scelta, ma servirà alla Commissione europea per demandare eventualmente azioni ai produttori alimentari". Silano ribadisce che "sono anni che è noto che la raffinazione degli oli vegetali determina la produzione di derivati del glicerolo". Ma i consumatori non devono preoccuparsi: "a livello europeo il sistema di sicurezza alimentare funziona molto bene", assicura l'esperto.
No agli allarmismi anche per le mamme di neonati, che l'Efsa ha indicato "come categoria potenzialmente più a rischio se nutriti esclusivamente a latte artificiale: "Bisogna ricordare che il latte di mamma contiene acido palmitico e quello artificiale contiene olio di palma come fonte di questo acido per renderlo il più simile possibile al latte materno. E' possibile - conclude - che la Commissione europea consideri dei limiti, rivolti ai produttori, per la concentrazione di questi contaminanti".