(Adnkronos Salute) - La meditazione yoga apre la mente, ma sui manager esercita anche un altro effetto: li porta a compiere scelte più 'eco', più sostenibili. E' il risultato di uno dei lavori condotti nell'ambito di un programma di ricerca quadriennale promosso dall'università Bocconi e dall'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, oggi al centro di un convegno organizzato in Bocconi.
Gli esperti hanno usato la risonanza magnetica per osservare l'attività cerebrale di alcuni manager nell'atto di prendere decisioni. In questo caso un gruppo è stato sottoposto a un training meditativo basato sullo yoga, il corso è durato 16 ore. Al termine della formazione, spiega Maurizio Zollo del Dipartimento di management e del Center for Research in Innovation, Organization and Strategy (Crios) della Bocconi, "sono stati documentati dei cambiamenti nel tipo di decisioni prese nel corso di una simulazione al computer, ma non solo. Nei manager che hanno praticato la meditazione yoga, si sono modificati anche i profili psicologici, cognitivi, emotivi, valoriali. Sono cambiati dunque tratti della personalità e anche a livello fisico, dalla risonanza magnetica, sono risultate modifiche della struttura cerebrale stessa. In particolare nella materia grigia intorno alle aree del cervello relative al controllo delle emozioni, alla capacità di gestire i conflitti e di controllare il desiderio di avere tutto subito".
L'obiettivo del lavoro era "capire come fare per stimolare lo sviluppo della consapevolezza ambientale e sociale nei manager", spiega ancora Zollo. Per dimostrare l'effetto della meditazione yoga sono stati arruolati due gruppi. Il primo ha frequentato il corso, l'altro è servito come controllo. I manager sono stati coinvolti in una simulazione, prima e dopo il training. "Si trattava di decidere quanto pesce pescare per equilibrare il profitto individuale con la sostenibilità". Risultato: "Chi ha fatto la meditazione, ha trovato prima e meglio il livello ottimale di pescato", riferisce l'esperto.
Il progetto targato Bocconi-San Raffaele, presentato durante il convegno ‘A neuroscience Perspective on Innovation and Sustainability’, organizzato da Crios Bocconi e dall’ateneo di via Olgettina in collaborazione con Fondazione Cariplo, getta uno sguardo sul cervello dei manager. Fra i dati presentati, quelli di uno studio che collega le neuroscienze alla ricerca di management strategico, condotto da Zollo con Daniella Laureiro-Martinez e Stefano Brusoni (entrambi oggi in forze all’Eth, politecnico federale di Zurigo), e con Nicola Canessa dell’università Vita-Salute San Raffaele.
La conclusione a cui approdano gli autori è che i manager ‘esploratori’ ottengono risultati migliori. Osservando l’attività cerebrale, è emerso che i professionisti che scelgono un atteggiamento intensivo - puntando cioè alla crescita dell’efficienza lungo traiettorie date, conosciute - mostrano schemi di attività cerebrale associati alla ricerca di ricompense, mentre quelli che decidono di assumere un atteggiamento esplorativo (estensivo) mostrano schemi legati al controllo dell’attenzione. I manager con una maggiore attivazione delle aree cerebrali di controllo dell’attenzione - gli ‘esploratori’ - ottengono una miglior performance decisionale. Gli autori hanno sottoposto a risonanza magnetica il cervello di 63 partecipanti con almeno 4 anni di esperienza manageriale, mentre svolgevano un esercizio: dovevano ripetutamente scegliere di giocare con una slot machine tra le 4 disponibili, e potevano decidere se insistere con la slot già familiare o passare a un’altra, con cui non avevano ancora confidenza.
I risultati dello studio sono riportati in un articolo pubblicato in anteprima online su ‘Strategic Management Journal’. La ricerca, fanno notare gli autori, ha anche implicazioni per i manager. I processi neurologici peggiorano con età, stress e mancanza di sonno. Tuttavia, chi prende decisioni nelle organizzazioni è spesso anziano e costretto ad agire sotto stress e mancanza di sonno. I manager dovrebbero tenere conto del fatto che, in queste condizioni, possono facilmente prendere decisioni miopi e potrebbero valutare se rimandarle.