Ridurre i rischi di esposizione umana all’elettrosmog in ambienti indoor: è questo l’obiettivo del decalogo 'Elettrosmog. 10 consigli utili per ridurre l’esposizione all’inquinamento elettromagnetico' della Società italiana di medicina ambientale (Sima), presentato oggi alla Sala del Rettorato dell’Università degli Studi di Bari 'Aldo Moro'.
I campi elettromagnetici (Cem) - spiegano gli esperti Sima - sono presenti ovunque nell’ambiente e sono generati da sorgenti naturali e artificiali. I parametri fisici importanti da prendere in considerazione sono la frequenza (Hertz), il livello di potenza (Watt o dBm), la distanza dalla sorgente e la durata dell’esposizione al Cem. Sulla base della frequenza, i campi elettromagnetici interagiscono in maniera diversa con la materia vivente per cui si distinguono 'radiazioni ionizzanti' e 'radiazioni non ionizzanti'.
Più è elevata la potenza dei Cem, maggiore è la sollecitazione sul corpo umano. In generale - specificano gli esperti - maggiore è la distanza che l’onda elettromagnetica deve 'percorrere', maggiore è la potenza che occorre fornire: è come se, per farci sentire ad una distanza più ampia, alzassimo la voce. Il corpo è sollecitato, in casa, da molte sorgenti a bassa intensità (Wi-Fi) e da poche sorgenti ad alta intensità (il cellulare in fase di chiamata, il cordless). Il tempo di esposizione ai Cem è un moltiplicatore degli effetti inquinanti, pertanto è indispensabile valutare in modo accurato il livello di esposizione nei luoghi in cui si permane consecutivamente per molte ore.
In quest’ottica, la Sima ha redatto un decalogo in cui vengono elencate alcune misure e comportamenti pratici che i cittadini possono decidere di adottare ai fini della riduzione dell’esposizione ai campi elettromagnetici non ionizzanti. Sima precisa che si tratta solo di consigli, che non si basano assolutamente sulla comprovata pericolosità dei Cem ai livelli che si riscontrano nella vita di tutti i giorni.
1) In caso di eccessivo utilizzo del forno a microonde evitare la permanenza in sua prossimità.
2) Collocare i babyphone a distanza dal lettino e programmare l’unità bambino sulla funzione di attivazione vocale.
3) Impiegare le apparecchiature elettriche ed elettroniche alla massima distanza possibile.
4) Evitare di dormire tenendo lo smartphone, magari anche in carica, e altri dispositivi elettronici (radiosveglie, segreteria telefonica, eccetera) poggiati sul comodino vicino a noi.
5) Non tenere inutilmente accesi, in ambienti domestici di lunga permanenza, apparecchi elettrici ed elettronici.
6) Introdurre i bambini all’utilizzo di apparecchiature elettriche ed elettroniche, incluso i telefoni cellulari, il più tardi possibile. In questo modo si possono ridurre i tempi di esposizione nelle nuove generazioni per le quali l’esposizione inizia in età precoce rispetto alle generazioni precedenti.
7) Utilizzare i telefoni cellulari in condizioni di alta ricezione del segnale e in zone ad alta copertura dalle reti di telefonia mobile. Preferire chiamate brevi e, in caso di lunghi colloqui, utilizzare auricolari e sistemi viva-voce. Preferire telefoni cellulari di recente generazione che sono caratterizzati da un assorbimento elettromagnetico più basso.
8) Limitare l’uso del telefonino, computer portatile e tablet con scheda Wi-Fi attivata all’interno di un’auto in movimento.
9) Posizionare le antenne dei sistemi Wi-Fi, Bluetooth e reti senza fili in ambienti domestici meno frequentati. Nell’uso del laptop, si consiglia di interrompere la connessione Wi-Fi per evitare che la continua ricerca di una rete generi inutili esposizioni.
10) Progettare la struttura dei luoghi e delle postazioni di lavoro, cosi come delle abitazioni civili, in modo tale da minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici.