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Coronavirus, Palù: "Resta ipotesi origine in laboratorio, team sta indagando"

Il virologo all'Adnkronos Salute: "Se il virus fosse naturale, ci dovrebbe essere un ospite intermedio che non abbiamo ancora trovato"

(Afp)
(Afp)
18 settembre 2020 | 16.53
LETTURA: 2 minuti

"Resta ancora in piedi, accanto a quella di un'origine naturale, l'ipotesi che Sars-CoV-2 sia uscito da un laboratorio. Questa ipotesi", chiamata in causa fra gli altri dal Nobel Luc Montagnier, "è al vaglio di un consorzio nato spontaneamente fra virologi, matematici e fisici: stiamo analizzando le sequenze di Sars-CoV-2 depositate, confrontandole con quelle dei coronavirus dei pipistrelli e di altri animali". A dirlo all'Adnkronos Salute Giorgio Palù, past president delle Società italiana ed europea di virologia, che insieme ai colleghi sta indagando sull'origine del nuovo coronavirus.

Palù ne ha parlato nel corso della settima edizione della Summer School 2020, evento annuale organizzato da Motore Sanità. "Non c'è una firma" che ci dice se la sequenza è artificiale o naturale, sottolinea il virologo. "Stiamo esaminando la sequenza di 4 geni strutturali, 16 non strutturali e 6 geni accessori per valutare l'evoluzione genetica di Sars-CoV-2, che ha delle peculiarità: presenta siti unici che il virus del pipistrello non ha". E nemmeno quello del pangolino, sospettato di essere l'ospite intermedio. "Qualcosa è successo e ci chiediamo perché. Se il virus fosse naturale, ci dovrebbe essere un ospite intermedio che non abbiamo ancora trovato", spiega l'esperto.

Una ricerca che sarà utile "a capire anche se ci sono siti che non si sono modificati nel tempo e che potrebbero diventare ottimi bersagli per nuovi vaccini e nuove terapie. Questo ci dice anche che è fondamentale investire nella virologia evoluzionistica: solo così potremo capire prima ciò che avviene in natura per difenderci dai virus pre-pandemici, e farlo prima che" la minaccia esploda, dice l'esperto.

Quanto ai nuovi casi, fino a poche settimane fa "eravamo in una fase discendente. E, nonostante l'Oms Europa dica che ci sono più casi che a marzo-aprile, questo non è vero: in Italia i positivi giornalieri oscillano tra 900 e 1500, a seconda del numero dei tamponi. Mentre il numero dei decessi è limitato e in rianimazione non ci sono picchi di ricoveri, come invece abbiamo visto a marzo-aprile. Si tratta, insomma, di una situazione ben diversa".

"Quella di queste settimane è una situazione ben diversa - riprende - legata alla fine del lockdown, all'effetto dell'estate e degli spostamenti, al comportamento dei giovani e alle discoteche. Un effetto che - prevede Palù - andrà ad esaurirsi se saremo bravi ad intercettare e isolare i casi. E se in questi mesi terremo alta l'attenzione, consapevoli che l'età media dei pazienti, bruscamente scesa in estate, sta risalendo". Il monito del virologo è quello di tutelare in particolare i soggetti a rischio.

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