Così il past president Istat, in occasione degli Stati generali della Natalità
''La storia demografica italiana è cresciuta fino al 2014, ma oggi un grande Paese che comincia a perdere popolazione. Inoltre oggi abbiamo più morti che nati. Questa è la fotografia di oggi, ma la previsione per i prossimi anni è che i 59 milioni di oggi scendono a 48 milioni e quindi spariscono 11 milioni di persone. Avremo 800mila morti l'anno, a fronte di 300mila nascite. In più per questo perderemo 500 miliardi di Pil''. Lo sottolinea Gian Carlo Blangiardo, past president Istat, in occasione degli Stati generali della Natalità.
''Questo mondo che invecchia, 800 mila ultranovantenni oggi, 2,2 milioni ultranovantenni nel 2070, di cui 145 mila ultracentenari. A questi signori - ha proseguito - qui dobbiamo garantire una qualità della vita. Teniamone conto perchè ci sarà una spesa sanitaria enorme per dare una qualità di vita ad una popolazione così invecchiata''.
''L'immigrazione - ha detto Blangiardo - è certamente importante per la nostra società. E' una questione di dimensione e di governo del fenomeno. La stima Istat è di 130 mila immigrati l'anno, mentre Eurostat prevede un raddoppio di circa 260 mila, e dal lato della natalità non cambia molto, anche se è importante, ma anche con la stima Eurostat la popolazione diminuisce. Insomma l'immigrazione contribuisce ma non risolve il calo della popolazione''.