La pdl è stata assegnata alla Commissione Giustizia di Montecitorio. Opposizioni insorgono
"Non vi è volontà da parte di Fratelli d'Italia di abrogare il reato di tortura, ma di tipizzarlo in modo molto nitido così come è nelle convenzioni internazionali". Lo dichiara Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, in merito alle critiche che hanno accompagnato l'assegnazione alla Commissione Giustizia di Montecitorio di una proposta di legge targata Fdi sul reato di tortura.
"Lo chiariamo alla sinistra che pretestuosamente ci attacca ben conscia che non vi è adeguata chiarezza nella lettera dell'art. 613 bis del codice penale. Riteniamo - prosegue il presidente dei deputati Fdi - che la Pdl possa essere un'utile base per un confronto con le altre forze politiche per migliorare la disciplina del reato di tortura come oggi codificato. Soprattutto per evitare che fantasiose incriminazioni si concludano con clamorose assoluzioni. È inoltre attuale il rischio che le forze dell'ordine debbano guardarsi loro dai delinquenti. Le stesse vanno invece rispettate e messe in condizione di fare il proprio lavoro. Questo non significa riservare immunità alcuna a chi dovesse sbagliare".
"Non ci sorprende il fatto che consumati incantatori di serpenti, in disperata ricerca di consensi elettorali, vogliamo nascondere tutto ciò rilasciando dichiarazioni mendaci", conclude Foti.
La proposta di legge è stata assegnata alla Commissione Giustizia. "Per tutelare adeguatamente l'onorabilità e l'immagine delle Forze di polizia, che ogni giorno si adoperano per garantire la sicurezza pubblica rischiando la loro stessa vita, e per evitare le pericolose deviazioni che l'applicazione delle nuove ipotesi di reato potrebbe determinare", la proposta che vede come prima firmataria la deputata Imma Vietri, si legge nella relazione al testo, prevede "l'introduzione di una nuova aggravante comune per dare attuazione agli obblighi internazionali discendenti dalla ratifica della CAT (la Convenzione contro la tortura, ndr) e la contestuale abrogazione delle fattispecie penali della tortura e dell'istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura" previste dagli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale.
Le opposizioni, prima delle parole di Foti, insorgono. "È agghiacciante la proposta di Fdi di cancellare il reato di tortura. Meloni dica qualcosa: il suo governo e la sua forza politica vogliono attaccare una norma in difesa dei diritti umani?" chiede su Twitter la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi.
Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia, ritiene "gravissimo che alcuni parlamentari di Fratelli d'Italia abbiano presentato una proposta di legge per abrogare il reato di tortura. Non ci siamo dimenticati di quando l'attuale presidente del Consiglio dichiarò che con quel reato si 'impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro'. Il reato di tortura c'è in tutti gli ordinamenti democratici, è richiesto dalle convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani, siamo uno degli ultimi paesi occidentali che l'hanno introdotto. L'idea di abrogarlo rivela un'idea preoccupante e pericolosa dell'uso del potere e della forza da parte della destra. La difesa dello stato di diritto, e la difesa delle nostre forze dell'ordine, non può tollerare che lo si metta in discussione".
Ivan Scalfarotto, senatore di Azione-Italia Viva, scrive in un tweet: "Come definire un governo che introduce un nuovo reato con pene pesantissime per chi va a un rave party ed elimina invece il reato di tortura che punisce chi 'agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia'?".