Lo scrittore dopo il caso legato alla cancellazione del suo monologo dal programma Che sarà
"L'ho vissuta male. E' duro, è faticoso, è doloroso, un privato cittadino come me, non sono un partito, o azienda o giornale, ma uno che fa il professore e padre di famiglia che legge e scrive libri, per fare lo scrittore: mi hanno chiesto un testo - lo ha fatto la tv pubblica - da leggere in occasione di una ricorrenza nazionale, scrivo un testo di fatti storici o di cronaca con una lieve impressione personale alla fine e mi ritrovo al centro di una polemica ideologica politica e attacchi denigratori che mi dipingono come un estorsore". Sono le sensazioni espresse da Antonio Scurati, durante il suo intervento a La Repubblica delle Idee, in riferimento al suo monologo per la trasmissione Che sarà sui Rai3.
Lo scrittore ha spiegato anche che la sua agenzia ha trattato un compenso in linea con quello di altri intellettuali. "Si è perso il senso della democrazia in Italia. Un intellettuale solo contro un moloch che è il governo", ha spiegato Scurati, aggiungendo: "Non ho mai gridato al lupo al lupo. Non ho mai detto che stanno tornano i fascisti, ho studiato troppo a lungo il fascismo di 100 anni per queste previsioni avventate, ma questa aggressione è forma di violenza. Il peso è schiacciante", ha detto lo scrittore, che ha anche aggiunto: "Ho raccontato le vittime troppo a lungo per pormi come una vittima, mi ha dato fastidio a dover replicare alla Presidente del consiglio, ma ho dovuto farlo dato che sono state dette delle falsità smentite dalla realtà fattuale. Si vede una volontà denigratoria, ho dovuto replicare, ma non voglio fare la vittima”, ha affermato Scurati.
"Quando un leader politico di tale carisma, come sicuramente è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha un seguito molto vasto, nel cui seguito da qualche parte là sotto, vista anche la storia politica da cui proviene, c'è sicuramente qualche individuo non estraneo alla violenza - probabilmente non molto equilibrato - quando il capo punta il dito contro il nemico e i giornali, o meglio i 'giornasquadristi' fiancheggiatori del governo ti mettono sulle prime pagine, con il titolo sotto 'l'Uomo di m.', ti disegnano un bersaglio intorno alla faccia. Poi magari qualcuno che mira a quel bersaglio c'è. Succede, è già successo", ha detto ancora.