E sul caso Delmastro, spiegano le fonti, "imputazione coatta irragionevole e da riformare". Oggi giunta e domani direttivo Anm, possibile discussione su attacco governo a toghe
Sul caso Santanché, fonti del Ministero della Giustizia ''manifestano, ancora una volta, lo sconcerto e il disagio per l’ennesima comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato. La riforma proposta mira ad eliminare questa anomalia tutelando l’onore di ogni cittadino presunto innocente sino a condanna definitiva''.
Secondo le fonti, inoltre, ''l’imputazione coatta nei confronti dell’On. Delmastro Delle Vedove, come nei confronti di qualsiasi altro indagato, dimostra l’irrazionalità del nostro sistema. Nel processo che ne segue, infatti, l’accusa non farà altro che insistere nella richiesta di proscioglimento in coerenza con la richiesta di archiviazione. Laddove, al contrario, chiederà una condanna non farà altro che contraddire se stesso. Nel processo accusatorio il Pubblico Ministero, che non è né deve essere soggetto al potere esecutivo ed è assolutamente indipendente, è il monopolista dell’azione penale e quindi razionalmente non può essere smentito da un giudice sulla base di elementi cui l’accusatore stesso non crede. La grandissima parte delle imputazioni coatte si conclude, infatti, con assoluzioni dopo processi lunghi e dolorosi quanto inutili, con grande spreco di risorse umane ed economiche anche per le necessarie attività difensive. Per questo è necessaria una riforma radicale che attui pienamente il sistema accusatorio''.
Oggi pomeriggio è intanto prevista una riunione della giunta, mentre domani e domenica si riunisce il comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati. Si tratta di riunioni periodiche, programmate da tempo, che cadono però all’indomani del duro attacco del governo alle toghe sui casi del ministro Santanchè e del sottosegretariato alla Giustizia Delmastro. Sarà quindi inevitabile che l’Anm affronti il tema, che pure non è all’ordine del giorno.
Dopo l’imputazione coatta decisa dal gip di Roma Emanuela Attura nei confronti del sottosegretario alla Giustizia Delmastro, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso dell’anarchico Alfredo Cospito, la parola passa ora alla Procura capitolina, che dovrà formulare una richiesta di rinvio a giudizio. Una richiesta che potrebbe arrivare in tempi brevi, anche prima della pausa estiva.
Lunedì scorso, dopo l’udienza a piazzale Clodio, il gip si era riservato di decidere entro pochi giorni e ieri è arrivata la decisione. Per il giudice quindi sussiste sia l’elemento oggettivo che quello soggettivo del reato. Anche la Procura di Roma, chiedendo l’archiviazione, aveva evidenziato “l'esistenza oggettiva della violazione del segreto amministrativo” aggiungendo però come non ci fossero prove sull’elemento soggettivo, ovvero che Delmastro fosse consapevole dell’esistenza del segreto e che quindi sapesse di commettere un reato.