Il vicepremier, all'indomani dell'annuncio del decreto sicurezza bis in cui si attribuisce più poteri al Viminale e maxi multe a chi soccorre migranti disobbedendo alle autorità, ribadisce: "Porti restano chiusi"
"E' chiaro che nei barchini e nei barconi si possono inserire dei delinquenti. E siccome io sono l'autorità nazionale garante della pubblica sicurezza, la decisione su chi entra e chi esce è mia". Lo afferma Matteo Salvini, vicepremier e ministro della Lega sul tema migranti.
"Toninelli? Penso che sia d'accordo", replica a chi gli chiede se il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli condivide la scelta contenuta nel decreto sicurezza bis che prevede l'attribuzione al Viminale dei poteri che, da sempre, spettano al ministero delle Infrastrutture: quelli sul mare. "Se qualcuno pensa, per compiacere qualcun altro, che i porti italiani vadano riaperti con me hanno trovato il ministro sbagliato", chiosa Salvini che stamane, a un gazebo della Lega in viale Papiniano a Milano ha firmato la proposta di legge per la castrazione chimica di stupratori e pedofili.
"Il governo va avanti perché mi rifiuto di pensare che ci siano ministri del Movimento 5Stelle che vogliono riaprire i porti all'immigrazione clandestina. Abbiamo lavorato bene per un anno perché dovremmo cambiare opinione?", ha poi sottolineato il vicepremier. "Io sono leale spero che tutti lo siano come ho dimostrato io lealtà in questi undici mesi", conclude.
"Nel 2019 meno sbarchi, meno reati commessi, meno morti in mare. Se qualcuno rimpiange i porti aperti che portavano in Italia più clandestini e facevano morire in mare più persone, sappia che avrà nel sottoscritto un avversario irriducibile", aveva già detto in mattinata Salvini, evidenziando che dal primo gennaio 2019 a oggi sono sbarcate 1.009 persone contro le quasi 9.959 dello stesso periodo di un anno fa. I rimpatri nel 2019, sottolinea il Viminale, sono 2.301 (più del doppio degli arrivi), di cui 2.179 forzati (dato aggiornato al 5 maggio) e 122 volontari assistiti (dato aggiornato al 7 aprile). Nel 2019 c'è stato inoltre "un cadavere recuperato e 402 dispersi (stima Unhcr) contro i 23 morti accertati del 2018, anno in cui la stima dei deceduti e dispersi toccò quota 2.277. Nel 2016 (governo di centrosinistra) ci furono 390 morti accertati e 5.096 dispersi".