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Reddito di cittadinanza, come funziona in Europa

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15 marzo 2018 | 13.31
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Il reddito di cittadinanza in Italia, cardine del programma del M5S, è al momento un progetto tutto da realizzare. In Europa, però, numerosi Paesi hanno da tempo implementato forme di reddito minimo garantito con l'obiettivo di assicurare condizioni di vita dignitose al maggior numero possibile di cittadini. Il tema è stato oggetto anche di una risoluzione a favore del 'basic citizenship income' votata a gennaio dal Consiglio d'Europa.

Gli strumenti già esistenti, ovviamente, variano da Paese a Paese e sono concepiti non solo per offrire sostegno a chi è disoccupato ma anche per garantire maggiori risorse a chi, nonostante il lavoro, vive ai limiti della sicurezza.

In Germania, nell'articolato sistema di sostegno alle categorie più svantaggiate, l'Arbeitslosengeld II è il sussidio mensile destinato a chi cerca un lavoro o ha un salario molto basso. Il programma si ispira ai criteri basilari di 'fördern und fordern': tradotto, 'sostenere e pretendere'. Lo Stato garantisce l'assistenza al soggetto che, tra i vari impegni assunti, prevede la ricerca di un nuovo lavoro. Il sussidio, tra le varie modalità e sfumature, oscilla attorno ai 400 euro e prevede somme supplementari se nel nucleo familiare sono presenti figli.

Il Regno Unito prevede l''income support', che viene concesso in base a una serie di requisiti. Quelli basilari - ovviamente - sono l'assenza di reddito (o reddito basso) e la mancanza di un lavoro a tempo pieno. La pagina web presente sul sito del governo delinea i parametri economici dello strumento: il sostegno parte dalle 57,90 sterline a settimana - concesse a un single di età compresa tra i 16 e i 24 anni - e arriva alle 114,85 sterline per le coppie adulte.

In Francia è stato creato il Revenu de solidarité active (RSA), disponibile a determinate condizioni per chi ha almeno 25 anni o per chi, con un'età inferiore, è già genitore single. I dati possono essere inseriti sul sito del ministero della Solidarietà: l'apposito form, nel quale vanno specificate le condizioni del richiedente, fornisce la cifra a cui si ha diritto. La base si aggira attorno ai 400 euro e, anche in questo caso, la presenza di figli determina un aumento della cifra.

In Danimarca, il collaudato sistema di welfare si fonda su una serie di cardini. Tra questi, spicca il 'kontanthjælp', la forma di assistenza destinata a chi non è in grado di provvedere al proprio sostentamento. La cifra, adeguata all'elevato costo della vita, può partire da 1300-1400 euro al mese. Il protocollo prevede che il soggetto, oltre ad iscriversi alle liste di disoccupazione, partecipi a corsi e tirocini per il reinserimento nel mercato del lavoro.

Rispetto ai programmi esistenti, è differente l'esperimento che la Finlandia ha varato all'inizio dello scorso anno. Il governo di Helsinki offre un reddito garantito di 560 euro mensili a 2000 cittadini disoccupati. Prima nel suo genere in Europa, la soluzione punta a ridurre la povertà, ad aumentare il tasso di occupati e a tagliare le lungaggini burocratiche. I duemila disoccupati che usufruiscono del reddito base non dovranno fornire giustificazioni sul modo in cui spenderanno i soldi. La somma verrà detratta da altri eventuali sussidi ricevuti. Il salario base, inoltre, viene mantenuto anche nel caso in cui il beneficiario trovi un lavoro.

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