L'ombra del Qatargate incombe sul vertice. Il premier: "Contorni devastanti, reazione ferma e decisa"
In una Bruxelles blindata e sferzata dal freddo, Giorgia Meloni debutta come premier al Consiglio europeo, ultimo vertice in programma quest'anno. Un'occasione per ribadire al tavolo dei leader dei 27 paesi Ue la necessità, più volte rimarcata da Palazzo Chigi, di trovare una soluzione in tempi brevi alla questione del tetto al prezzo del gas per rispondere ai "bisogni crescenti" di famiglie e imprese. Ma anche per confermare il sostegno italiano all'Ucraina di Volodymyr Zelensky, il cui intervento in video-collegamento ha anticipato l'inizio dei lavori del Consiglio all'Europa Building. A incombere sul vertice l'ombra del 'Qatargate': una vicenda "dai contorni devastanti" secondo Meloni, la quale invoca una "reazione ferma e decisa" da parte delle istituzioni europee perché in ballo c'è "la credibilità dell'Unione e delle nostre nazioni". "Non ci sarà alcuna impunità, non siamo in vendita", assicura la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, rivelando in conferenza stampa che "gran parte" dello scambio tra lei e i capi di Stato e di governo dell'Ue è stato dedicato all'indagine che sta facendo tremare i palazzi di Bruxelles.
Meloni arriva al Palazzo Europa della capitale belga soddisfatta dopo il sostanziale ok (anche se con più di una riserva) della Commissione Ue alla manovra di bilancio italiana: "Mi pare che il giudizio della Commissione dica che abbiamo fatto una manovra molto seria, siamo tra le nazioni che hanno avuto il giudizio migliore". Ora, esorta Meloni, la palla è nelle mani del Parlamento, che - fermo restando le sue prerogative - è chiamato a dare il suo via libera alla legge di bilancio in tempi brevi per scongiurare il rischio dell'esercizio provvisorio. Venerdì mattina a Roma si terrà un vertice di maggioranza con la premier e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.
Il nodo del price cap è al centro del summit dei 27. Per il governo italiano è urgente l'introduzione di un tetto europeo al prezzo del gas e occorre procedere "con equilibrio ed equità" fra le necessità degli Stati membri, seguendo una logica di 'pacchetto' sull'insieme delle misure. I Paesi che hanno meno spazio fiscale - il ragionamento espresso da Palazzo Chigi - non vanno lasciati soli alle prese con lo sforzo economico per contenere l'impatto della speculazione sui prezzi del gas. E dai leader riuniti a Bruxelles alla fine arriva l'ok al price cap.
Nelle conclusioni del vertice, i 27 paesi invitano il Consiglio a finalizzare, il prossimo 19 dicembre, i lavori per l'approvazione del price cap. Ma sulla definizione della soglia le trattative sono ancora in corso. "Nella riunione della prossima settimana dei ministri dell'Energia si giungerà alla definizione piena di un accordo molto importante e positivo", commenta il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, che sottolinea il ruolo "centrale" svolto da Meloni sia sulla questione dell'energia sia per quanto riguarda lo sblocco dell'accordo sulla minimum tax, superando le resistenze dei polacchi. Prima dell'inizio dei lavori, la leader di Fratelli d'Italia ha visto i premier di Polonia e Repubblica Ceca Mateusz Morawiecki e Petr Fiala, entrambi membri di spicco del Partito conservatore europeo di cui Meloni è presidente. Nell'agenda della presidente del Consiglio anche un faccia a faccia con l'omologo greco, Kyriakos Mitsotakis.
La questione migratoria, altro nodo cruciale, viene toccata nel corso del dibattito sul Vicinato Sud. A margine del Consiglio il ministro Fitto definisce "singolari" le critiche mosse all'Italia sui movimenti secondari da parte dei paesi del Nord e in particolare dall'Olanda: "Quello dei migranti sarà un tema oggetto della prossima riunione molto probabilmente", spiega il titolare degli Affari Ue. Il prossimo 9 febbraio potrebbe essere convocato un vertice straordinario sul tema migranti, prima del Consiglio in programma il 23 e 24 marzo. Del resto anche la premier Meloni ha invocato un summit specifico sulla questione, nel corso del suo intervento. "La migrazione è un tema centrale per l'Italia. Un tema complesso su cui gli Stati membri hanno talvolta visioni differenti, ma sul quale è importante dare un segnale politico e un impegno chiaro da parte dell'Ue e, se necessario, anche ponendo il tema al centro di un vertice ad hoc", ha detto Meloni, aggiungendo che la migrazione non può continuare a essere gestita "in assenza di una soluzione strutturale in Europa". Per la premier "va evitato un approccio predatorio al fenomeno migratorio".
Tra le delegazioni Ue a Bruxelles oggi c'era molta curiosità per l'esordio di Meloni. E all'Europa Building viene posto l'accento sulla continuità con il predecessore Mario Draghi sul tema migranti. Nell'affrontare questo nodo, Meloni ha mantenuto la linea della tutela dell'"interesse nazionale" già adottata da Draghi (e da altri prima di lui), si apprende da una fonte Ue, mentre è in corso il summit. Non sarebbero state notate "grandi differenze" nelle posizioni in materia di gestione dei flussi migratori tra Meloni e Draghi, se non una sottolineatura della necessità di "controllare le frontiere" esterne, cosa che del resto "dicono in molti" tra i leader europei. (dall'inviato Antonio Atte)