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Libia

"Trenta non si tocca", alt M5S

(Fotogramma)
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04 maggio 2019 | 19.02
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E' giallo sulla notizia del salvataggio della Marina di alcuni pescherecci italiani nel mirino di alcune motovedette libiche. Smentite e richieste di chiarimenti si susseguono a stretto giro in una serie di tweet. Alle 11.47 il ministero della Difesa cinguettava: "#4 maggio: pescherecci italiani nel mirino delle motovedette libiche salvati dalla Marina Militare. Il ministro Elisabetta Trenta: grazie al coraggio e alla professionalità dell'Italian Navy si è evitato il peggio". Il tweet dopo un po' scompare dal profilo del ministero della Difesa ma immortalato da Mediterranea Saving Humans viene riproposto sulla pagina dell'organizzazione della nave Mare Jonio. "Alle 11.47 il Ministero della Difesa denunciava attacchi di motovedette libiche a pescherecci italiani. Poi hanno cancellato. Che cosa sta succedendo? Milizie pagate da Italia e Ue catturano migranti e terrorizzano i nostri pescatori? Ministra Elisabetta Trenta chiarisca subito", scriveva Mediterranea chiedendo chiarimenti anche in merito alla eliminazione del tweet. Poco dopo la replica della Difesa: "Quanto riportato da un’agenzia di stampa circa un salvataggio della Marina di alcuni pescherecci italiani nei pressi delle acque libiche è falso. Appresa la notizia abbiamo provveduto a rimuovere il tweet precedente". Segue però un altro cinguettio di Mediterranea. "A conferma della notizia per tutta la mattinata da Lampedusa Mediterranea ha osservato intensa attività pattugliatore Italian Navy e Guardia Costiera".

Sulla vicenda si innesca un nuovo scontro nel governo, questa volta tra Viminale e ministero della Difesa. "Anziché chiedere alla 'sua' Marina Militare, il ministro Elisabetta Trenta si basa sulle agenzie di stampa e poi è costretta a rettificare. Non è informata e non approfondisce: preferisce polemizzare col ministro Matteo Salvini e a criticare servitori dello Stato come il generale Riccò. Il ministro della Difesa faccia il ministro della Difesa. Le Forze Armate italiane meritano molto di più" si apprende da fonti del Viminale. “Non ci era mai capitato prima di vedere un ministero, l’istituzione, usata a fini elettorali - dicono fonti della Difesa - In questo caso per attaccare il ministro Trenta. Non c’è molto da commentare, basta avere uno spirito democratico per comprendere la gravità dell’episodio. Dispiace che il Viminale, il cui titolare è Matteo Salvini, piuttosto che occuparsi della sicurezza del Paese, pensi a un tweet. Dispiace per l’Italia”.

I Cinque stelle intervengono sul blog. "Con i fatti di Napoli e prima ancora di Torino, Roma e San Donato milanese, non capiamo dove il Viminale trovi il tempo per occuparsi di un tweet. Forse farebbe meglio ad occuparsi della sicurezza del Paese. Gli stessi staff del Viminale sono pagati con soldi pubblici, degli italiani, per occuparsi a nome dell’istituzione della sicurezza dell’Italia, non per fare campagna elettorale. Possiamo comprendere il vivace confronto tra parti politiche, tra ministri, ma oggi si è superata una linea rossa. La Trenta non si tocca. Pensate a lavorare!" si legge in un post pubblicato sul Blog delle stelle. "Non ci era mai capitato prima - si legge ancora nel post - di vedere un ministero, l’istituzione, usata a fini elettorali. In questo caso per attaccare il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, l’unico ministro ad aver avuto il coraggio di aprire dei dossier fino a qualche anno fa intoccabili, come ad esempio il tema uranio impoverito e la trasparenza nelle commissioni di valutazione dei militari". "Oggi il ministero della Difesa, dunque l’istituzione, non il ministro Trenta, ha rettificato un tweet errato. Una sciocchezza nell’ordinario quotidiano. E cosa è accaduto? È accaduto che il Viminale ha attaccato senza alcun motivo la ministra. Non c’è molto da commentare, basta avere uno spirito democratico per comprendere la gravità dell’episodio. Usare una istituzione per muovere un attacco a fini elettorali era qualcosa a cui non eravamo abituati".

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