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M5S, Conte: "Sostegno a governo? Non l'ho assicurato"

"Dobbiamo capire se ci sono le condizioni e le ragioni per proseguire e realmente condividere la responsabilità di governo. Esecutivo deve cambiare marcia"

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06 luglio 2022 | 20.53
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"Non sono in condizione di assicurare come prima cosa il sostegno, ho detto invece che ci sono delle richieste molto chiare e dalle risposte che valuteremo”. Così lasciando la sede del M5S Giuseppe Conte, rispondendo in diretta a ‘In onda’ su La7 a chi gli domanda se abbia assicurato al premier Mario Draghi il sostegno al suo governo durante l’incontro di oggi.

Al premier Mario Draghi, spiega, "ho riferito che questa è una comunita che in questo momento" deve "capire se ci sono le condizioni e le ragioni per proseguire e realmente condividere la responsabilità di governo. Questo ho spiegato a Draghi, Noi non siamo una comunità che cede ad attacchi strumentali o a polemiche inutili".

Le condizioni per proseguire la collaborazione con il governo, afferma ancora il leader M5S, "sono quelle di una forte discontinuità. Il governo deve cambiare marcia. Noi non possiamo star qui in nome di una generica responsabilità che diventa corresponsabilità rispetto a un atteggiamento remissivo che non offre risposte al Paese". Così Giuseppe Conte all'assemblea congiunta dei parlamentari M5S. "Noi non abbiamo giurato fedeltà a Draghi, ma agli italiani".

"Ho detto a Draghi che in una situazione di grande difficoltà, noi non possiamo combattere da soli nell'indifferenza dell'esecutivo la battaglia sul salario minimo. Sono 4 milioni e mezzo i lavoratori con buste paga indecorose. L'esecutivo batta un colpo e dia una chiara indicazione di priorità", il monito di Conte.

"Noi - avverte il numero uno 5 Stelle - non siamo disponibili a reggere il moccolo al grande centro e alla destra che vuole tagliare il reddito di cittadinanza a 3 milioni di poveri, che vuole abbassare le saracinesche di 47mila piccole imprese denigrando e frammentando di ostacoli l'applicazione del superbonus, che vuole rispondere all'emergenza con 200 euro una tantum. Siamo proprio fuori strada".

Poi le parole in assemblea congiunta: "A noi non serve una pronta risposta" dal premier Mario Draghi "ma in tempi ragionevoli andrà chiarito quale è la disponibilità del premier e del governo a lavorare con noi. Se ci sarà dovrà essere reale e dovrà anche cambiare il metodo perché la dialettica politica è faticosa, fare cabine di regia prima del Cdm può risultare faticoso ma quella dialettica consente di essere realmente partecipi ai processi decisionali. Non accetteremo più testi normativi complessi che arrivano in in Cdm all'ultimo minuto e di cui non sappiamo nulla", rimarca ancora.

E l'ex premier avverte gli alleati: "Noi usciamo dall'esperienza del Conte 2" in cui "abbiamo costruito un progetto politico e realizzato una serie di iniziative politiche nel segno della giustizia sociale. Questo ci spinge a continuare il dialogo in particolare con il Pd e Leu. Però le alleanze per noi non sono un dato acquisito una volta per tutte. Si basano su obiettivi condivisi e reciproco rispetto. Occorre lealtà e correttezza di tutti i partecipanti a questo progetto politico altrimenti non mi interessa un'alleanza per prendere qualche voto in più ma per poter dire che abbiamo un progetto politico e la coesione sufficiente a realizzare. Ecco allora che i diktat a noi ci lasciano assolutamente indifferenti".

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