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Governo Draghi, Pd senza donne. Serracchiani: "Basta scuse"

Boldrini: "Non basterà qualche posto da sottosegretaria". Turco: "Tutti complici"

(Fotogramma)
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13 febbraio 2021 | 18.17
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Tre ministri dem ma nessuna donna nel governo di Mario Draghi. Un dato che agita la componente di centrosinistra. "Non ci sono più scuse", scrive su Facebook Debora Serracchiani che si rivolge alle college di partito: "Nessuno spazio ci sarà dato per gentile concessione". Insomma e non ci sono donne dem tra i ministri secondo la deputata è "soprattutto perché non abbiamo ancora preso sul serio la sfida per la leadership. E questa invece dev'essere una questione che le donne devono finalmente mettere sul tappeto senza nessuna timidezza. Ora, nel contingente, con le assegnazioni dei sottosegretariati sembra si voglia riparare un vaso rotto col nastro adesivo. Meglio di niente, dirà qualcuno, ma certo così non si risponde alla domanda: il Pd è un partito per donne? Per quanto mi riguarda - afferma -, dovrà esserlo".

Qualche possibile nomina a sottosegretario non piace invece a Laura Boldrini. "Non basterà, dopo quanto accaduto, qualche posto da sottosegretaria. Non può bastare", afferma l'ex presidente del Camera. "Lo dico chiaramente: il Pd deve scardinare l’assetto delle correnti che schiaccia il protagonismo femminile e impedisce il rinnovamento. Se non lo farà - afferma Boldrini - finirà per smarrire la sua identità progressista e il suo scopo sociale. Fino a che non si rimette in discussione questo assetto è inutile parlare di un nuovo modello di società che mette le donne al centro. Questo scollamento mina la credibilità dell’intero partito".

Anche per Livia Turco l'assenza di donne dem al governo "è un fatto gravissimo, insopportabile, frutto di una logica maschilista e correntizia". Turco, più volte ministro e storica dirigente del Pd, anche se oggi, sottolinea, oggi da "semplice iscritta", commentando con l'Adnkronos mette in guardia: "Non la si usi per una battaglia contro il segretario Zingaretti, sono tutti complici nel negare l’autorevolezza femminile. Non se ne può più". Una logica che "ha stancato" anche la deputata Giuditta Pini. "La linea politica che ha preso il Pd è chiara - sottolinea su Twitter - fino a quando colleghe e compagne la accetteremo?". E avverte: "Per il women new deal c'è tempo compagne, oggi no, domani neanche, dopodomani sicuramente, lo metteremo in un odg".

A lanciare un allarme che va "al di là del governo" è europarlamentare PD e Presidente del comitato Affari Economici e Monetario del Parlamento Europeo Irene Tinagli: "Credo ci sia un problema serio, un'involuzione". E per Titti Di Salvo, membro della direzione nazionale del Pd e componente della Conferenza nazionale delle Donne, "bisognerà pensarci bene. Non tanto e non solo tra le donne del Pd. Ma nei suoi organismi decisionali. Dove si sceglie la direzione di marcia. A partire dalla prossima assemblea nazionale. Perché è lì, nei luoghi misti, che va agito il conflitto se serve per rendere il Pd un partito contemporaneo in sintonia con la realtà. Un partito di donne e uomini”, conclude Di Salvo.

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