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Fase 2, riapertura Regioni: cosa pensano i governatori

Da Toti a Zaia, dal presidente Ceriscioli a De Luca e Toma: reazioni e commenti all'intenzione del governo di riaprire gli spostamenti tra Regioni dal 3 giugno

(Fotogramma)
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30 maggio 2020 | 13.37
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Si susseguono le posizioni dei governatori sull'intenzione del governo di riaprire gli spostamenti tra Regioni dal 3 giugno. Il presidente della Liguria Giovanni Toti ritiene che "ci siano le condizioni per una prudente e necessaria apertura" mentre il governatore del Molise Donato Toma dice che avrebbe "aspettato un'altra settimana". "D'accordissimo" invece "su riaprire tutti dal 3 giugno" il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. "Spero si decida di riaprire, e comunque tutti insieme, mi auguro dal 3 giugno" è l'auspicio del presidente del Veneto Luca Zaia. "Se sarà così", secondo Zaia, si tratterà di un "bel segnale". Mentre per il governatore della Campania Vincenzo De Luca "non si comprende quali siano le ragioni di merito che possono motivare un provvedimento di apertura generalizzata".

"Apprendiamo che ci si avvia dalla prossima settimana a una ripresa della mobilità generalizzata tra le Regioni. La Campania è da sempre impegnata a tutela dell'unità nazionale. Abbiamo riconfermato la nostra solidarietà incondizionata ai nostri concittadini della Lombardia, e al presidente Fontana rispetto ad aggressioni che nulla hanno a che vedere con un dibattito politico e di merito civile. Noi non abbiamo dimenticato neanche per un attimo la tragedia immane che ha colpito tanti territori lombardi e tante famiglie. Ciò premesso, riteniamo di dover sottolineare che davvero non si comprende quali siano le ragioni di merito che possono motivare un provvedimento di apertura generalizzata e la non limitazione della mobilità nemmeno per le province ancora interessate pesantemente dal contagio" scrive De Luca sulla pagina Facebook.

"Si ha la sensazione - avverte De Luca - che per l'ennesima volta si prendono decisioni non sulla base di criteri semplici e oggettivi ma sulla base di spinte e pressioni di varia natura. Si poteva decidere semplicemente - togliendo i nomi delle Regioni - che i territori nei quali nell'ultimo mese c'era stato un livello di contagi giornalieri superiore a un numero prefissato (200 – 250 - 300...) fossero sottoposti a limitazioni nella mobilità per un altro breve periodo".

"Se la mia Regione avesse ancora oggi un livello di contagio elevato, non esiterei a chiedere io, per un dovere di responsabilità nazionale, una limitazione della mobilità per i miei concittadini. Ciò detto, valuteremo le decisioni del governo, se e quando saranno formalizzate. Adotteremo, senza isterie e in modo responsabile, insieme ai protocolli di sicurezza già vigenti, controlli e test rapidi con accresciuta attenzione per prevenire per quanto possibile, il sorgere nella nostra Regione di nuovi focolai epidemici" scrive De Luca.

''Tutti gli indicatori parlano di una discesa della pandemia in tutta Italia. Mi sembra che ci siano le condizioni per una prudente e necessaria apertura - afferma Giovanni Toti all'Adnkronos - No, il governo non ha forzato la mano. La scelta di tenere chiuso il Paese non sarebbe stata indolore e i dati che il governatore di Bankitalia Visco ha snocciolato nella sua relazione dovrebbero far riflettere tutti in proposito...''. Tra qualche giorno di fatto finisce il lockdown, ma i dati attuali in Lombardia preoccupano e le Regioni del Sud sono allarmate per l'ok agli spostamenti. ''E' chiaro che esiste sempre un rischio calcolato nelle decisioni - spiega il governatore ligure - ma tenere chiusa la Lombardia avrebbe significato tener chiuso il Paese, così come chiudere il triangolo Torino-Milano-Genova vuol dire tenere chiuso il sistema industriale e di export del Paese. Non credo che ci sia qualcuno che possa avere come obiettivo quello di salvare il Paese dal Covid e poi condannarlo alla più potente recessione della storia recente".

''Penso - sottolinea Toti - che, rispetto a febbraio, i sistemi sanitari regionali, i sistemi di controllo, l'attenzione dei cittadini alle regole che ci siamo dati ci trasportino in un'era diversa e ci diano sufficienti garanzie. Lo ripeto, nessuno ha la bacchetta magica e nessuno guarda a questa scelta a cuor leggero e con spensierata disinvoltura. Ma chi pensa che questo Paese debba rimanere fermo non so se si renda conto che i numeri dell'economia possono diventare dolorosi quanto e più del virus''.

"Noi siamo d'accordissimo, abbiamo iniziato la campagna di promozione del turismo nelle Marche già da oltre una settimana" dice all'Adnkronos il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli sugli spostamenti tra tutte le Regioni dal 3 giugno. Siamo più che convinti di questa scelta, i dati epidemiologici che stavamo osservando andavano nel verso giusto, quindi ci sono tutti gli ingredienti per una corretta riapertura".

"Tutti gli operatori turistici, della ristorazione, balneari seguono le regole che proteggono le persone e questo è per noi l'elemento importante - continua - Se funzionano con i marchigiani, funzioneranno anche con chi arriva dalle altre Regioni e speriamo siano tanti a continuare a scegliere le Marche per le loro vacanze". Secondo Ceriscioli è stato giusto non ritardare l'apertura per alcune Regioni del Nord: "La sicurezza la dobbiamo garantire a tutti, indipendentemente da quale Regione si viene - spiega - gestendo i servizi in questa fase di passaggio fino alla scomparsa della pandemia attraverso misure e i protocolli che abbiamo adottato da giorni".

Riguardo all'idea di una certificazione, un 'passaporto' sanitario avanzata dalla Sardegna, Ceriscioli commenta: "Mi sembra un errore. E' una forma di limitazione, non dà l'idea di accoglienza mentre il turismo vive di accoglienza". "Il turismo è ricevere le persone e chiedergli un certificato medico è esattamente il contrario, può andare bene per chi si sposta per lavorare non per chi va in vacanza" conclude il presidente delle Marche sottolineando che "si va in vacanza anche per ritrovare quella libertà e quel pensiero positivo che dobbiamo riscoprire, bisogna guardare avanti mettendoci fiducia".

Il governatore del Molise Donato Toma osserva che "la prudenza dovrebbe essere patrimonio di noi italiani, lo abbiamo imparato a nostre spese. Le riaperture non causano, immediatamente, delle movimentazioni di persone, ma tra una chiusura e una riapertura completa c'è sempre un periodo grigio perché giustamente c'è timore. Io personalmente avrei aspettato un'altra settimana per poi riaprire tutti insieme, però faccio molto gioco di squadra e capisco che le Regioni del Nord hanno necessità di riavviare la macchina economica per tutta Italia". "Staremo particolarmente attenti e cercheremo di educare la popolazione alla prudenza", continua.

"Io avevo previsto una quarantena per gli arrivi e l'ho tolta domenica scorsa. In questo momento non ho restrizioni in programma - spiega - vedremo cosa succede la prossima settimana che è cruciale perché avremo anche i dati dopo le riaperture del 18 maggio". "Le decisioni si prendono giorno per giorno, programmazione a lungo termine con questo virus non si può fare - rimarca - Vedremo come sono l'andamento settimanale del ministero della Salute e i nostri dati Asl. Ora il Molise è a contagio ridottissimo, abbiamo avuto un picco fuori scala legato a una comunità rom, ma abbiamo immediatamente risolto la situazione".

Riguardo all'idea di qualche regione, in particolare della Sardegna, di introdurre una sorta di certificazione per chi arriva Toma commenta: "Io sono sempre presente ai tavoli nazionali e internazionali e per la mia esperienza il passaporto sanitario non ha una grande valenza. Se faccio un tampone oggi potrei essere negativo e positivizzarmi dopo qualche giorno, quale è il senso? Il test sierologico di massa serve per beccare qualche positivo in percentuale, ma non in termini assoluti".

"I lombardi sono stati i più colpiti e ingiustamente accusati di scarsa attenzione. Più volte ho espresso il sostegno della mia Regione al presidente Fontana perché avere 11 milioni di abitanti e gestire la locomotiva d'Italia è diverso. Prima di muovere accuse ad altri, bisogna mettersi nei panni di un governatore e di una struttura complessa" sottolinea Toma che, in vista della riapertura degli spostamenti tra Regioni e delle vacanze estive aggiunge: "Noi ci auguriamo che i lombardi, come veneti o piemontesi" e gli altri cittadini del Nord "a luglio possano venire in Molise per far ripartire il turismo".

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