"Nel gruppo del M5S di Palermo c'era del marcio, e quello che è successo con le firme false lo dimostra. La realtà è che nel M5S non c'è democrazia. Gli attivisti storici non avrebbero mai avallato questo modo di fare". Hanno atteso che l'istruttoria della Procura di Palermo per le firme false del M5S alle amministrative di Palermo fosse quasi alle battute finali per raccontare la loro versione dei fatti su quanto accaduto nell'aprile del 2012, durante le amministrative di Palermo. A parlare sono quattro ex attivisti del M5S di Palermo, Fabio D'Anna, Giuseppe Marchese, Alessandro Crociata e Angelo Scribano. Hanno deciso di raccontare quanto accaduto e "come funzionava" il "cerchio magico di Riccardo Nuti", come dicono oggi. A loro avviso, "non gliene fregava niente di presentarsi alle amministrative del 2012 - come dice Marchese - ma gli serviva avere una candidatura, per fare in modo di potersi presentare alle parlamentarie del 2013, cosa che poi è regolarmente avvenuta. Altrimenti, perché si sarebbe candidata a Palermo pure Azzurra Cancelleri, sorella di Giancarlo Cancelleri, che è di Caltanissetta?".
"Quelli coinvolti - dice l'avvocato Alessandro Crociata - guarda caso sono tutti quelli che poi si sono presentati e hanno vinto le parlamentarie. C'è un filo logico che si sta dipanando". "Gli attivisti storici non avrebbero mai avallato questo modo di fare - dice Marchese - altrimenti non avrebbero mai estromesso quelli che davano fastidio. Queste persone hanno reso il M5S a Palermo terreno sterile, perchè qui dal punto di vista di attività il M5S non esiste. Tutta colpa di questo gruppo di soggetti che ha formato il cosiddetta cerchio magico, i 'monaci' di Nuti, per intenderci, che hanno emarginato ed escluso una serie di soggetti, come i senatori esclusi come Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino".
"E' inaccettabile quanto accaduto, perché il M5S era stato visto come una alternativa perché c'era gente che ci aveva creduto, e con gente che aveva fatto attività di volontariato quando il M5S aveva lo 0,1 per cento, erano tante persone". "Insomma, tutti avevano visto questo andazzo di marcio che c'era nel gruppo di Palermo - denuncia Fabio D'Anna - ma questo non vuole dire che ci fosse del losco in tutto il M5S per questo abbiamo fatto gruppo alternativo 'Ognuno vale uno'. Avevamo anche scritto al vertice del M5S ma lo staff non ci rispose mai, ricevemmo solo una risposta di Giancarlo Cancelleri che ci disse che a campagna finita non avremmo potuto più usare il logo M5S. Mentre il cerchio magico di Nuti poteva usare il logo".
"Nonostante tutto questo, la cosa fondamentale avviene durante le parlamentarie, che sono state propagandate come un esercizio di democrazia pura - dice Crociata - si è taciuto, ad esempio, che prima di scegliere la rete, alcune persone che avevano diritto sono state escluse prima. Giuseppe Marchese, ad esempio, aveva ricevuto l'email che diceva che poteva essere candidato alle primarie, mentre 48 ore prima della chiusura delle parlamentarie, cioè il venerdì sera, gli viene mandata una mail in cui si dice: 'Sei stato escluso perché non hai i requisiti', contraddicendo una prima mail che diceva che aveva i requisiti. Successivamente, a un tratto quattro persone del nostro gruppo, gli è stato detto: 'Non avete più i requisiti', da quel momento abbiamo fatto di tutto per contattare la Casaleggio associati, ma si votava il lunedì mattina e trovare qualcuno nel weekend era impossibile. Poi, dopo qualche giorno in un video Grillo dice a chi si lamenta: 'Fuori dalle balle'. Noi abbiamo chiesto e richiesto i motivi delle esclusioni".
Poi si rivolgono direttamente a Riccardo Nuti, che sarebbe tra gli indagati della Procura di Palermo: "Se Nuti sa ulteriori cose è bene che intervenga". Gli ex attivisti si chiedono: "Quale sistema adotta il M5S nella selezione delle persone, chi ha usato certi metodi scorretti e di emarginazione è diventato parlamentare solo perché fa valere il peso per la vicinanza ai vertici del M5S". Per tutti gli altri, denunciano, "c'è stata una gravissima violazione dei diritti politici dei cittadini. Con un tratto di penna, si dice che non si hanno i requisiti, tutto questo viola palesemente l'articolo 49 della Costituzione - dice Crociata - oggi diciamo tutti che stiamo difendendo la Costituzione, ed è per questo che oggi affermiamo con forza la lesione dei nostri diritti. Ci stanno impedendo di avere un movimento democratico che poteva essere una reale alternativa solo per interessi e bisogni di un gruppo di persone che hanno copertura dello staff e si può permettere di fare qualunque cosa, a danno degli altri. Per alcuni, invece questi qui con una lesione come le firme false, sono all'interne del movimento, questo comporta che le persone migliori vengono emarginate".
E a chi gli dice che oggi parlano perché sono stati 'cacciati' dal M5S replicano con forza: "Noi non siamo mai stati buttati fuori dal Movimento, una volta preso atto di tutte queste condotte e dei comportanti che erano antidemocratici, questo gruppo non è stato cacciato ma ce ne siamo andati noi. Fino a quando abbiamo creduto nel M5S abbiamo continuato - dicono - pur sapendo che c'erano cose che non andavano. Quando è venuta a mancare la fiducia e abbiamo riscontrato il metodo di voto lì che ha delle falle, da tutti i punti di vista, siamo andati via. Nessuno ci ha cacciato".
Poi i quattro ex attivisti M5S spiegano: "La nostra denuncia di oggi è duplice: dal punto di vista processuale, essendo tra i soggetti che hanno avuto falsificato la firma, come Fabio D'anna, si afferma una lesione di un proprio diritto politico, essendo un attivista storico del M5S. Chi falsifica la firma di una persona è capace di fare qualunque cosa, questa non è affatto leggerezza". "Noi chiediamo che si rimetta in discussione il principio di democrazia all'interno dei partiti", dicono ancora.
E a Grillo mandano a dire: "gli diciamo di rimettere in discussione l'intero sistema organizzativo del M5S per dare una vera speranza di alternativa al paese, gli diamo un esempio da praticare il simbolo di 'Decidiamolo insieme' appartenente a tutti gli iscritti, patrimonio di tutti gli associati, e non di un singolo personaggio che lo ha registrato. E agli otto indagati mandano a dire: "Devono dire tutto quello che sanno". In particolare spiegano che "chi aveva contatti con la Casaleggio era Riccardo Nuti". Non sanno se alla Casaleggio associati sapevano delo scandalo firme false di Palermo. Ma si chiedono: "Come fanno a sapere che le firme sarebbero state raggiunte comunque, come scrive Grillo nel nlog di recente? Vuol dire che sapevano quante erano le firme false, le firme vere? Questa cosa è subliminale...".
E sulle comunarie di Palermo, bloccate da mesi: "L'auspicio è che ci sia un rinnovamento del M5S e che vengano esclusi questi soggetti che hanno dimostrato con la loro condotta come non si deve portare avanti un attività e che ci siano attivista che prendano in mano i vecchi, veri valori del M5S, che ci credevano realmente". "Persone motivate per quello che fanno, con consapevolezza e cognizione di causa - dicono i quattro - che portano un beneficio a tutta la collettività". E chiudono lanciando un appello a Grillo: "Ci aspettiamo che dia una spiegazione di quello che è avvenuto a noi".
Mentre a Giancarlo Cancelleri,che oggi annuncia che il M5S "vincerà certamente le elezioni regionali in Sicilia", dicono: "Vorremmo chiedergli perché in questi anni non ci ha mai risposto". E aggiungono: "Anche lui, prima di parlare e dire 'facciamo pulizia' facesse mea culpa e se ritiene che meritiamo una risposta ci può anche dire che aveva le sue buone ragioni, ma anche lui ha fatto finta di nulla".