Il leader di Italia Viva conferma l'uscita delle ministre e del sottosegretario dall'esecutivo: "Crisi aperta da mesi e non da noi. Non giochiamo con le istituzioni, la politica non è un reality show". Ma sul voto aggiunge: "Non ci sono le condizioni in Parlamento, si vota nel 2023. Se ci vogliono, non saremo segnaposto"
"Abbiamo convocato la conferenza per annunciare dimissioni di Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto". Matteo Renzi, leader di Italia Viva, annuncia così l'uscita dei 3 esponenti del partito dal governo guidato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Per l'ex premier "la crisi è aperta da mesi, e non da noi", noi "non vogliamo aprire le crisi ma risolvere i problemi. Non vogliamo aprire le crisi ma aprire le scuole". Oggi, aggiunge, "non ci sono stati contatti con il presidente del Consiglio".
"Abbiamo fatto nascere questo governo contro il senatore Salvini che chiedeva i pieni poteri. Non consentiremo a nessuno di avere i pieni poteri", ha poi spiegato Renzi continuando: "Noi non giochiamo con le istituzioni, la politica non è un reality show, non si fa con le veline ma affrontando i problemi nelle sedi politiche, nelle sedi istituzionali, in Parlamento. La Costituzione non è una storia su Instagram".
"Risolviamo i problemi che si sono aperti: questa è politica. Pensare di risolverli con un post su Facebook è populismo", ha continuato il leader Iv, che ha aggiunto: "A dimettersi ci vuole coraggio e responsabilità. E' molto più difficile lasciare una poltrona che aggrapparsi alla tenace difesa dello status quo", ha scandito l'ex premier.
E ancora: "Se le forze politiche dell'attuale maggioranza hanno voglia di affrontare i temi, lo facciano ma senza rinviare ancora. Senza continui giochi di parole, comunicati roboanti. La democrazia ha delle forme e se non vengono rispettate allora qualcuno deve avere il coraggio di dire che il re è nudo".
"Abbiamo posto tre questioni al premier. La prima è di metodo: non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri, abbiamo fatto un governo per non darli a Salvini", spiega quindi Matteo Renzi, che torna anche sulla delega ai Servizi: c'è stato, dice un uso "discutibile della delega ai servizi".
"Si dice: ma c'è la pandemia. Proprio perché c'è la pandemia bisogna rispettare le regole democratiche. Se durante una pandemia, se durante una crisi non le rispetti, allora la democrazia non serve più a niente", sottolinea ancora il leader di Italia Viva, che continua: "Non stiamo facendo niente di irresponsabile. Stiamo dicendo che se c'è una crisi politica si affronta nelle sedi istituzionali e non in piazza".
"Abbiamo fatto una grande battaglia sui fondi europei, ci hanno detto che eravamo dei 'pierini' poi ci hanno dato ragione e molte cose cambiate" ma "rimane un grande problema: perché non si prende il Mes? E' ingiustificabile e irresponsabile non prenderlo per motivi ideologici", aggiunge il numero uno Iv.
Pregiudiziale su Conte? "Non abbiamo nessuna pregiudiziale né sui nomi né sulle formule. Noi - ha replicato Renzi - non faremo mai i ribaltoni, non daremo mai vita a un governo con quelle forze della destra antieuropeista e sovranista che abbiamo combattuto. Questa è l'unica pregiudiziale che noi mettiamo".
"Si può fare un nuovo governo Conte? Noi non abbiamo veti su nessuno, né pregiudizi, né abbiamo la pretesa di spiegare al premier cosa deve fare. Ha lanciato un guanto di sfida il 30 dicembre ma andare in Parlamento non è una minaccia, è la democrazia. Quindi, se vuole venire Parlamento, ci troverà lì. A lui la scelta", ha detto Renzi. "Ma- avverte il leader di Iv - come non c'è alcun veto da parte nostra sia chiaro, sia per questa maggioranza che per una eventuale maggioranza in forma diversa, che non c'è un solo nome per palazzo Chigi. Chi dice: o Tizio o voto, lui sì che è irresponsabile, lui sì che personalizza. Noi non abbiamo problemi o preclusioni ma non siamo quelli che si aggrappano a un nome secco".
Quali sono gli sbocchi della crisi? "Spetta a Conte deciderlo. Ho messo un solo paletto: no ribaltoni e no alla destra sovranista e antieuropeista. Poi - spiega Renzi - si è pronti a discutere di tutto: un governo con la stessa maggioranza, un governo tecnico oppure andare all'opposizione. Non ci interessa il nostro destino ma quello del Paese". Ma "se ci vogliono - aggiunge - non è che ci prendono come segnaposto. Quando ci mettiamo a lavorare non ci facciamo prendere in giro".
"Controllo sul gruppo del Senato? I nostri 18 senatori - continua Renzi - sono persone libere e coraggioso che non hanno un controllo ma hanno un'idea della politica".
In ogni caso il leader Iv, non crede al voto "semplicemente perché non ci sono le condizioni in Parlamento per andare al voto. Si vota nel 2023 in Italia, in modo scientifico, regolare. Ma dovremmo preoccuparci dei posti di lavoro, di mettere risorse per i giovani". Per quanto riguarda il futuro di Iv, "voteremo lo scostamento di bilancio, le misure anti Covid e, qualunque sarà il governo, saremo dalla sua parte sul decreto ristori", assicura l'ex premier.
Se si dovessero formare dei gruppi di responsabili? "L'abbiamo detto al presidente del Consiglio: fai pure. Se ci vuoi sfidare in Parlamento - sottolinea ancora il leader di Italia Viva -, magari rubando un senatore agli altri, fai pure. Che ci sia qualcuno dei nostri senatori non mi pare".
Renzi ha ribadito quindi la "fiducia incrollabile nel presidente della Repubblica, nella sua persona e nel suo ruolo di arbitro". "Quello di Mattarella - ha aggiunto - sui costruttori è stato uno degli appelli più belli ma, come sanno i costruttori di cattedrali, non si costruisce sulla sabbia".
"Se si costruisce nella chiarezza, vai avanti fino al 2023. Se è chiaro dove si vuole arrivare, si va avanti. Se non è chiaro, nessuna costruzione è possibile. Noi siamo orgogliosamente costruttori ma prima vogliamo vedere il progetto", ha detto ancora.
"Noi ci siamo assunti la responsabilità di dare l'opportunità di chiudere questa crisi" e ora "diamo la possibilità a chi davvero vuole costruire, di dare una chiusura a questa crisi. Adesso io credo che i costruttori possano finalmente in campo", ha spiegato Teresa Bellanova in conferenza stampa. "Con questa coalizione? benissimo. Con i responsabili? Lo facciano". "Io come capodelegazione - ha aggiunto - non ho avuto una telefonata né un segnale per dire 'abbiamo capito', costruiamo insieme un programma nelle sedi competenti. Io penso che questo sia un problema per le democrazia".
"Grave errore? Assolutamente no". Bellanova commenta poi così il tweet di Andrea Orlando. "In queste settimane - ha proseguito Bellanova - i giornali hanno scritto di crisi... noi semplicemente ci siamo assunti, con senso delle istituzioni, la responsabilità di chiuderla questa crisi. Non si può andare avanti per mesi avendo di fatto dichiarato chiuso un programma di governo: non c'è una sintesi su come governare da qui alla fine della legislatura, il punto fondamentale è questo".