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"Concorsi medicina urgenza aperti a non specializzati"

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09 gennaio 2019 | 16.00
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di Antonio Atte

Il personale medico del Ssn che negli ultimi dieci anni ha maturato almeno quattro anni di servizio "presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri" potrà accedere, anche senza specializzazione, ai concorsi di 'Medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza'. Lo prevede un emendamento del governo al decreto Semplificazione ('3-nonies') voluto dal ministero della Salute.

"Il personale medico del Servizio sanitario nazionale - è il testo dell'emendamento visionato dall'Adnkronos - che, alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, ha maturato, negli ultimi dieci anni, almeno quattro anni di servizio, anche non continuativo, comprovato da contratti a tempo determinato, da contratti di collaborazione coordinata e continuativa o da altre forme di rapporto di lavoro flessibile, ovvero un documentato numero di ore di attività equivalente ad almeno quattro anni di servizio del personale medico del servizio sanitario nazionale a tempo pieno, anche non continuative, presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri del Servizio sanitario nazionale, accede alle procedure concorsuali indette dagli enti del Servizio sanitario nazionale fino al 31 dicembre 2019, per la disciplina di 'Medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza', ancorché non sia in possesso di alcuna specializzazione".

Una soluzione, recita l'emendamento, adottata per "garantire la continuità nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza nell'ambito del sistema di emergenza-urgenza". E che secondo alcune fonti parlamentari contrarie al provvedimento produrrebbe una vera e propria "sanatoria" che spalancherebbe le porte dei pronto soccorso a "personale privo di specializzazione".

In occasione dell'approvazione della legge di bilancio aveva suscitato polemiche l'emendamento, voluto dal M5S, che introduce una deroga per l'iscrizione agli ordini anche da parte dei professionisti senza titoli che abbiano lavorato, nell'arco di 10 anni, almeno per 36 mesi. Il provvedimento era stato bollato dalle opposizioni come una "sanatoria". Ma la ministra della Salute Giulia Grillo aveva difeso la norma. "Non si toglie nulla a chi è iscritto agli albi delle professioni sanitarie e non si creano equipollenze. Non creiamo abusivi e finalmente si mette fine al caos prodotto da una giungla di corsi regionali che negli anni hanno creato situazioni incontrollabili", aveva spiegato Grillo.

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