La commissione Giustizia del Senato ha concluso il voto degli emendamenti all'articolo 1 del ddl Nordio. Il Guardasigilli: "Con abrogazione abuso d'ufficio impatto positivo su economia". Odg Lega per rivedere la legge Severino
La commissione Giustizia del Senato ha concluso il voto degli emendamenti all'articolo 1 del ddl Nordio, dando via libera all'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, misura a favore della quale si è espressa tutta la maggioranza e Italia Viva. La Commissione tornerà a riunirsi domattina alle 9.15 per votare gli emendamenti relativi all'articolo 2 del ddl, quello relativo alla trascrizione delle intercettazioni.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha espresso “grande soddisfazione per la sollecitudine con cui la Commissione Giustizia del Senato, presieduta da Giulia Bongiorno, è arrivata al risultato odierno, con l’auspicio che la parte residua del disegno di legge venga altresì approvata nel minor tempo possibile”.
Dopo la conclusione dell’esame degli emendamenti all’articolo 1 sul reato di abuso d’ufficio, il Guardasigilli ha ribadito che “l’abrogazione di questo reato evanescente, richiesta a gran voce da tutti gli amministratori di ogni parte politica, contribuirà ad un’accelerazione delle procedure e avrà quell’impatto favorevole sull’economia auspicato nei giorni scorsi dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni”.
Il senatore della Lega Manfredi Potenti, componente della commissione Giustizia a Palazzo Madama, ha spiegato che "durante l’esame del ddl Nordio, in corso oggi in commissione Giustizia del Senato, la maggioranza ha approvato un ordine del giorno Lega, a firma Erika Stefani. L'odg impegna il governo ad abrogare la norma, introdotta dalla cosiddetta legge Severino, che costringe alle dimissioni gli amministratori pubblici condannati anche solo dopo il primo grado di giudizio. L’obiettivo è cancellare una legge in contrasto con i nostri principi costituzionali, secondo i quali ciascun cittadino è innocente sino alla sentenza definitiva di terzo grado. Lo stesso atto impegna il governo a istituire un tavolo di lavoro per il riordino dei reati contro la pubblica amministrazione e un osservatorio che consenta di monitorare gli effetti dell’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Bene così".
“Sull’abuso d’ufficio esiste un dato statistico inquietante: circa il 92/93% delle inchieste finisce in archiviazioni, proscioglimenti e assoluzioni. Vuol dire che il reato non svolge la funzione per cui è stato introdotto, conservando geneticamente un margine di incertezza intollerabile", ha detto il vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto intervenendo a 'Il rosso e il nero' su Radio Uno Rai. "Questo - ha aggiunto - fa sì che si confonda molto spesso l’illecito amministrativo con quello penale, l’illegittimità con l’illiceità. Il difetto ipotizzato in una procedura viene scambiato molto spesso con indizi del reato di abuso: ciò implica che si inneschino inchieste che poi finiscono in una bolla di sapone ma che, nel frattempo, durano uno, due, tre anni".
"In questo periodo - ha proseguito - il sindaco o il dirigente di un ente resta indagato, con tutti i contraccolpi del caso. Si creano almeno due patologie: la prima è la paura dell’atto lecito, la seconda è il danno per l’immagine e per il percorso politico e personale, inaccettabilmente tipico di un Paese in cui vige pesantemente ‘il processo mediatico’ elusivo della presunzione di non colpevolezza”.
Quanto alla posizione delle opposizioni, Sisto ha concluso: “Sull’abuso d’ufficio i sindaci di sinistra stanno portando avanti una specie di pantomima: da un lato ne vogliono l’abolizione, dall’altro non vogliono che questo si sappia. La verità è che l’abuso d’ufficio è una sovrastruttura di cui è necessario liberarsi, anche perché, oltre alle altre ragioni, le inchieste hanno costi notevoli, sia in termini finanziari che di tempo, in spregio agli obiettivi di efficienza che devono contraddistinguere la dimensione moderna del processo penale”.