"Siamo rimasti in pochi ad Altaroma, ed è una cosa che mi fa piangere. Non lasciamoci andare, bisogna lottare in questi momenti. Le istituzioni mostrino che c'è coesione, un po' di voglia di fare. Quattro giovani non sono il futuro di Roma, bisogna trovare tra loro il talento nuovo, che non nasce come i funghi". E' questo il sentito appello che Renato Balestra rivolge alle istituzioni, sollecitandole affinché facciano qualcosa di concreto per ridare lustro alla manifestazione capitolina dedicata all'alta moda che dall'8 all'11 luglio tornerà ad accendere i riflettori sulla Capitale.
Conversando con l'Adnkronos, lo stilista triestino, che presenterà la sua collezione di alta moda l'8 luglio prossimo, aprendo la quattro giorni di sfilate, spiega di avere molto a cuore il futuro della kermesse: "Ormai siamo rimasti in pochi a sfilare ed è una cosa che mi fa piangere - afferma - Molti mi dicono 'sei il re di Roma', ma io non mi ci sento affatto. A me piace la competizione, mi piace confrontarmi con altri stilisti che sono al mio stesso livello, se non di più. Non mi piace sentirmi 'solo', anche se ripagato dalla stima, vorrei che Roma tornasse a essere quella di prima".
"E' bastata 'La Traviata' di Valentino per portare nuova linfa a Roma - continua lo stilista - Con tutto il rispetto per Milano, la città non può non essere la Capitale della creatività. Roma deve ritornare ai fasti di una volta". Lo stilista sostiene inoltre di avere molte idee anche per l'edizione di gennaio 2017, come "Portare stilisti stranieri - spiega - Se mi ci metto come penso io, qualcosa succederà. Bisogna riportare un certo interesse per la moda nella città".
E se è vero che da qualche stagione la manifestazione punta molto sulla ricerca di nuovi talenti, come il progetto di fashion scouting organizzato in tandem con 'Vogue Italia' 'Who is on next?', dal quale sono stati sfornati nomi del calibro di Marco De Vincenzo, Stella Jean, Massimo Giorgetti (MSGM)e Arthur Arbesser che stanno ridisegnando una nuova geografia della moda (Basti pensare che Giorgetti e Arbesser sono oggi al timone di brand storici del Made in Italy come Emilio Pucci e Iceberg), Balestra crede che non tutto ciò non sia sufficiente a ridare nuova linfa alla kermesse.
"Non so chi sfilerà, ma neanche Curiel sarà presente questa stagione - chiosa Balestra - ne ha chiesta una 'sabbatica' (dopo l'accordo firmato qualche settimana fa con il gruppo cinese RedStone Group che porterà alla costituzione di una nuova Newco, la Curiel Ldt, ndr). Va benissimo aiutare i giovani, ma Roma non può reggesi solo sulla scoperta dei nuovi talenti. Una grossa, enorme lode per chi organizza questa parte di Altaroma, perché prima o poi un nuovo talento uscirà fuori, ma non basta. Bisogna lavorare anche sulla tradizione. Che farebbe la Francia se non avesse maison come Valentino, Saint Laurent, Dior che vanno ancora avanti?"
"Non si può puntare solo sui nuovi nomi che non esistono ancora - conclude Balestra - Da tutti questi tentativi sui giovani, non è ne è uscito uno che faccia alta moda. I talenti non nascono come funghi solo perché si organizza una manifestazione. Se sparissimo tutti, chi verrebbe a seguire Altaroma? Bisogna darsi da fare, noi siamo lo zoccolo sul quale creare il nuovo".