Si rinnova nel segno della modernità la proposta dell'albergo forse più blasonato di Roma, di sicuro tra i più antichi visto che l'hotel Hassler dalla cima di Trinità dei monti accoglie ospiti vip da tutto il mondo dal 1839: e alla stregua di un'aristocratica signora d'altri tempi famosa per i suoi ricevimenti, ora l'Hassler abbina al suo consueto e celebre 'salotto' la bellissima terrazza al settimo piano. Qui con la vista mozzafiato che solo dalla cima della scalinata di piazza di Spagna (ma sette piani più su) si puo' godere, gli ospiti anche esterni si possono concedere una pausa di relax con un drink e, se vogliono, proseguire con una cena leggera.
Aperta da questa estate ma dotata di una copertura che consente di prolungarne l'uso per tutto l'anno la terrazza dell'Hassler (guai a chiamarla roof top, espressione che da questa altezza si lascia volentieri ai nuovi hotel della scena romana dell'hospitality) è frutto di un recente lavoro di restyling e ingrandimento, fortemente voluto dai proprietari Roberto e Veruschka Wirth, di una preesistente terrazza ad uso esclusivo dei clienti dell’hotel: il risultato è un’oasi di quiete da cui ammirare praticamente quasi tutti i monumenti di Roma con un colpo d'occhio veramente di eccezione.
Con lo sguardo che spazia da San Pietro al Campidoglio, sui tavolini vagamente art deco' in uno spazio di sobrio design ci si puo' fermare dal pranzo a un cocktail con vista con qualche sfizio veloce via via fino a una proposta per la cena del 'menu Autore' messa a punto da Marcello Romano: il talentuoso Executive Chef campano è responsabile di tutta la proposta gastronomica dell'hotel e non a caso si definisce un 'hassleriano' doc visto che da 20 anni milita nella cucina del Salone Eva e di tutti i servizi legati alla ristorazione dell’Hotel Hassler, dalla colazione al room service passando per l’iconico tea time.
Fil rouge di tutta la proposta, che si arricchisce e si rafforza nel salone Eva dall'atmosfera felpata senza essere ingessata, e dalle nuance di una Roma barocca e opulenta è l’italianità dei piatti. Questo sia per quanto riguarda le materie prime sia per gli abbinamenti che richiamano alla memoria pranzi e cene in famiglia (anche per le porzioni abbondanti) ma declinate senza tralasciare alcune influenze internazionali. Come nel caso di una strepitosa capasanta fritta con panatura di pan panko aromatizzata al nero di seppia, accompagnata con purea di patate viola, servita con taccole, mela verde color rosso e gel di lime.
C'è da premettere che il Salone Eva è uno dei due ristoranti presenti nell’hotel Hassler. L’altro è lo stellato Imago, collocato al penultimo piano dell’edificio. Ma il Salone Eva grazie ai piatti di chef Marcello Romano e al servizio 'alla regia' diretto dal restaurant manager Andrea Moschetti non ha nulla da invidiare sul fronte della qualità al confratello del sesto piano. In questa versione anzi la proposta gastronomica dell'Hassler si rende accessibile se non a tutti a molti: come a dire che l'albergo che per tanti anni è stato considerato il più lussuoso di Roma, sicuramente prima dell'avvento dei 'concorrenti' nouveau come il Bulgari o il Six Sences tra gli altri, punta a rendersi accessibile nella proposta di ristorazione.
Alla Terrazza Hassler e al Salone Eva si puo' bere e cenare spendendo poco più di un ristorante di livello ma con due portate si mangia più che in abbondanza: la capasanta (servita come entree) val bene un secondo piatto, ma se si vuole cominciare dal primo c'è da provare un risotto con crema di cima di rapa e granchio reale, con polvere di olive nere, dal sapore delicato ma ricco. Da segnalare un dessert doc, omaggio al foliage d’autunno con petali arancio tagliati a mo' di foglie con un semifreddo alla nocciola e il cuore di sorbetto al mandarino. E anche la patisserie finale è irrinunciabile sempre grazie alla pastry chef Martina Emili. Che, per inciso, realizza a mano tutti i tipi di pane serviti sia in Terrazza che al Salone Eva.