"L'innovazione tecnologica rappresenta un'opportunità per le imprese e non un rischio. Essa, tuttavia, si impone come peso di misura relativamente alla capacità o meno di adeguarsi, rapidamente, a standard di qualità, affidabilità e competitività richiesti dal mercato che diventa sempre più ampio anche per le pmi. Gli incentivi allo sviluppo industriale messi in campo dal Mise su tutto il territorio italiano e, in particolare, nelle Regioni Convergenza, sono un ottimo strumento per supportare tutte le aziende ad investire secondo le direttrici di Industria 4.0". Così, in un'intervista a Il Mattino, Ambrogio Prezioso, presidente dell'Unione Industriali di Napoli.
"Il settore pubblico non è purtroppo soggetto alle stesse leggi di mercato che disciplinano il settore privato: i dipendenti dello Stato, grazie ai sindacati, sono riusciti a migliorare la loro situazione sia in termini di stipendio che in termini di sicurezza del posto di lavoro e perfino in termini di possibilità di lavorare con minore impegno: per fortuna solo pochi ne approfittano. Il sindacato ha fatto il suo mestiere: difendere gli interessi dei suoi iscritti, non quello dei consumatori. Non illudiamoci che il sindacato operi nell'interesse della collettività. Il problema è che gli utenti dei servizi pubblici non sono sufficientemente organizzati per difendere i loro diritti. Soprattutto non hanno alternative: se l'impiegato comunale mi maltratta non posso rivolgermi a un fornitore diverso. Di questo il sindacato si approfitta". Così, in un'intervista a Affari & Finanza, l'economista Andrea Ichino.
"Il 2017 è stato un anno migliore del previsto per il verificarsi di molti fatti positivi: le riforme sin qui implementate hanno iniziato a dare i loro frutti, il mondo ha continuato a crescere e anche l'Italia, che era rimasta indietro, ha 'ingranato la marcia'. Inoltre il costo del denaro è rimasto basso, creando opportunità d' investimento, e i fondi esteri di tutti i tipi, da quelli opportunistici a quelli pensione e sovrani, con una minor percezione del rischio e alla ricerca di rendimenti, hanno mostrato un forte interesse per l'Italia. Il Paese deve accelerare sul piano delle riforme, deve semplificare l'ordinamento giuridico, incentivare gli investimenti privati e investire in istruzione e infrastrutture. Ora che le risorse ci sono, o sono reperibili sul mercato, l'Italia ha bisogno di darsi un'infrastruttura più moderna". Così, in un'intervista a Affari & Finanza, Orlando Barucci, fondatore e partner della Vitale & Co.
"In Italia, più che altrove, la successione, più che come un'opportunità, è vista che una minaccia. Ciò tende a creare dei 'tappi' ai livelli apicali delle organizzazioni: i manager preferiscono arroccarsi nelle loro posizioni piuttosto che agevolare il ricambio. E qui emerge anche il tema delle difficoltà da parte delle imprese di predisporre dei veri pini di successione. Il sistema produttivo italiano ha perso produttività in questi anni perché le imprese non hanno effettuato investimenti. È dal '92 che le imprese sono ferme, e inoltre assumono poco, ragionano in piccolo. Si è persa la capacità di ragionare in grande: c'è dunque la tendenza a limitarsi a puntare 'a far bene le cose' invece che a crescere". Così, in un'intervista a Affari & Finanza, Massimo Milletti, presidente di Eric Salmon & Partners Italia.
"Il bilancio del 2017 è sicuramente positivo. Continuiamo ad avere una rappresentanza sostanzialmente stabile della categoria, ma la nostra non è la rappresentanza dei soli iscritti, in diversi ambiti rappresentiamo, di fatto, tutta la categoria. Abbiamo presidiato tutti i fronti che sono in buona parte legati al tema della normativa e della regolamentazione, ma ce ne sono tanti altri e di nuovi, mi riferisco al filone Enasarco, è stato il primo anno pieno in cui abbiamo una presenza nella fondazione che cura la previdenza degli agenti e dei consulenti". Così, in un'intervista a Affari & Finanza, Maurizio Bufi, presidente dell'Anasf, associazione dei consulenti finanziari.