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Autonomia, Lucciarini De Vincenzi (Ali): "E' salto nel buio, accentuerà divario tra Nord e Sud"

L'intervista al segretario generale della Lega delle autonomie locali: "Rischio addio per sempre a sviluppo aree svantaggiate"

Valerio Lucciarini De Vincenzi, segretario generale Ali, Lega delle autonomie locali.
Valerio Lucciarini De Vincenzi, segretario generale Ali, Lega delle autonomie locali.
02 febbraio 2024 | 15.50
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"Ad oggi" l'autonomia differenziata "mi pare un salto nel buio: se l’attuale schema dell'autonomia differenziata verrà approvato, assisteremo all’accentuarsi del divario economico, occupazionale e sociale tra Nord e Sud. Difficile ipotizzare che questa riforma, a bilancio zero, possa migliorare il quadro se ad essere devolute saranno materie centrali per lo sviluppo economico di ciascun territorio come lavoro, professioni, reti di trasporto e navigazione, energia, ricerca, porti e aeroporti". Così, con Adnkronos/Labitalia, Valerio Lucciarini De Vincenzi, segretario generale Ali, Lega delle autonomie locali.

Per Lucciarini De Vincenzi gli effetti dal punto di vista economico e del lavoro potrebbero essere pesanti. "In un Paese già caratterizzato da una forte disomogeneità economica tra Nord e Mezzogiorno, tra aree urbanizzate e interne, senza dimenticare le tante realtà insulari, parlare di autonomia differenziata può significare minare per sempre le prospettive di sviluppo delle aree svantaggiate, creare una forbice sempre più ampia tra contesti ricchi e meno ricchi", sottolinea.

Secondo il segretario generale di Ali con l'avvio dell'autonomia differenziata, nel Mezzogiorno "competenze e professionalità, non solo quelle utili ai comparti industriali e ai servizi, ma anche quelle che potrebbero migliorare la pubblica amministrazione, accelereranno il processo migratorio in corso da anni, e che letteralmente svuotando le aree interne, le città più piccole, rese sempre meno attrattive".

"Come riporta lo Svimez, negli ultimi venti anni il Sud -spiega- ha perso 1,1 milioni di abitanti, mentre deve far riflettere la fuga, sempre più accentuata dei laureati emigrati al nord: nell’ultimo ventennio rappresentavano il 26%, mentre su 63 mila giovani emigrati lo scorso anno, il 42% ha una laurea. La fuga di cervelli, di lavoratori e professionisti per l’impoverimento del tessuto economico, sarà una pietra tombale sullo sviluppo del sud e su un aspetto poco considerato, quello dell’occupazione femminile, penalizzata da un gap nei servizi che nemmeno il Pnrr sarà in grado di colmare", sottolinea.

Secondo Lucciarini De Vincenzi "occorre un nuovo modello di sviluppo basato su una maggiore solidarietà e coesione. Come Ali ribadiamo che proprio le autonomie locali possono svolgere un ruolo da protagoniste nel nuovo assetto del Paese, dove dovranno essere garantiti (questa la premessa della riforma), servizi di pari livello a tutti i cittadini in tutte le regioni", conclude.

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