Per il rettore della Luiss la rivoluzione dell’intelligenza artificiale si traduce nella necessità di innovare anche per le pmi
Il vero imperativo della rivoluzione dell’intelligenza artificiale sono le competenze, spiega Paolo Boccardelli, rettore dell’Università Luiss, dal palco di Comolake. A livello globale si assiste a un “progressivo in-sourcing delle competenze di natura tecnologica”, aziende che mantengono un presidio sul campo assumendo esperti con competenze di tipo Stem (scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche).
“Tempo fa si pensava che digitalizzazione equivalesse a semplificazione. Oggi sappiamo che equivale a un aumento: lo dimostra l’IA generativa”. Il risultato è che le aziende si orientano “fortemente” verso l’innovazione e imprese. E mentre la tendenza a innovare nelle grandi aziende è “naturale”, lo è meno per le piccole e medie imprese. Tuttavia, anche loro devono muoversi in questo senso per rimanere competitive.
Le università “possono fare la loro parte” ma non bastano, continua Boccardelli; possono “avvicinare” al mondo del lavoro con le capacità di base, “ma il vero up-skilling e re-skilling si fa sviluppando progetti innovativi e creando servizi e progetti innovativi”.