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Amianto: Fillea, bandito dal 1992 ma ancora 4.000 morti l'anno

Rimozione di amianto
Rimozione di amianto
10 dicembre 2015 | 12.08
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Sono trascorsi 23 anni da quando in Italia l’amianto è stato definitivamente messo al bando con la legge 257 del 1992, che ne vieta l’uso e il commercio in tutte le sue forme. Ma l’amianto continua a uccidere, anzi uccide ogni anno di più. La stima per difetto delle vittime per neoplasie dovute all’amianto è di 4.000 decessi all’anno, ma nel 2020 si prevede il picco del fenomeno. E’ quanto è emerso dal convegno in corso a Torino promosso da Fillea e Cgil, dal titolo 'Rischio Amianto. Bonificare e riqualificare, informare i cittadini, formare i lavoratori, sostenere le famiglie delle vittime'.

“Nonostante il divieto vigente in tutta Europa (direttiva del 1999 da attuarsi entro il 2005) -ha detto nella relazione introduttiva il segretario nazionale della Fillea Cgil, Ermira Behri- l'amianto continua a mietere vittime nel nostro continente. Sebbene tutti i tipi di amianto siano pericolosi e le conseguenze pregiudizievoli di tale sostanza siano documentate e regolamentate, e benché il suo utilizzo sia vietato, l'amianto è ancora presente in un gran numero di navi, treni, macchinari, bunker, tunnel, gallerie, tubazioni delle reti idriche pubbliche e private, e soprattutto in tanti edifici, siano essi pubblici o privati”.

Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, riporta la Fillea Cgil, nel mondo ci sono circa 125 milioni di lavoratori esposti all'amianto. Le cifre non tengono però conto di chi ha lavorato in precedenza e delle persone che vivono nei pressi degli impianti di produzione. Perché, ancora oggi, in tutto il pianeta si lavorano oltre 2 milioni di tonnellate di amianto. Sul podio dei Paesi produttori e consumatori ci sono Russia, Cina, Brasile, India.

Sempre secondo l'Oms, i casi di malattie legate all'amianto registrati ogni anno nella sola Ue sono compresi tra i 20 e i 30 mila, e si stima che in Europa più di 300.000 cittadini moriranno di mesotelioma entro il 2030. Inoltre, si calcola che nel mondo vi siano ogni anno 112.000 decessi causati da malattie amianto correlate. Circa un terzo della popolazione europea vive in Paesi che non hanno ancora vietato l’amianto, 38 di 53 Stati europei hanno provveduto a vietarlo, ma nei restanti 15 si continua a utilizzarlo, produrlo, esportarlo.

L’amianto causa in Europa circa 15.000 vittime l’anno ed è responsabile di circa la metà delle morti per cancro lavorativo. Si tratta di decessi dovuti all’esposizione a fibre e come sappiamo possibili sia nei Paesi dove il materiale è stato bandito sia dove viene tuttora utilizzato.

In Europa, tra il 1994 e il 2010 sono stati registrati oltre 100mila decessi a causa dell’amianto, il 60% di quelli globali. L’intenso utilizzo di questo materiale tra il 1920 e il 2012 in Europa causa la morte di 6.786 europei al giorno per mesotelioma.

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