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Zuckerberg: "I social non devono essere arbitri di verità"

Il fondatore di Facebook interviene nello scontro tra Donald Trump e Twitterdopo che il social rivale ha smentito il presidente Usa come previsto dalle regole della sua politica di 'fact checking'

(Afp)
(Afp)
28 maggio 2020 | 14.33
LETTURA: 1 minuti

I social network non devono diventare i guardiani del dibattito politico online. A parlare è Mark Zuckerberg, intervenendo nel dibattito scaturito dallo scontro tra Donald Trump e Twitter. "Non credo che Facebook o le piattaforme Internet in generale debbano essere gli arbitri della verità", ha detto il fondatore di Facebook, rivale di Twitter, in un'intervista al canale via cavo Cnbc. Si tratta, ha aggiunto Zuckerberg, di un "confine pericoloso".

Il presidente Usa, smentito nei giorni scorsi da Twitter in virtù della nuova politica di 'fact checking' lanciata dal social media, che ha a sua volta accusato di volere influenzare le elezioni presidenziali di novembre, si appresta oggi a firmare un ordine esecutivo sulle aziende del settore. Secondo quanto anticipato dal New York Times, il provvedimento potrebbe erodere alcune delle protezioni di cui godono i social media, in termini di punibilità per i contenuti diffusi attraverso le loro piattaforme.

Nell'intervista, Zuckerberg chiarisce che Facebook non intende "determinare quello che è vero e quello che è falso" in termini di dibattito politico, anche se il social network pone dei limiti a quanto viene diffuso online, ad esempio riguardo alle false informazioni di carattere sanitario. "Ci sono dei limiti e li faremo rispettare - afferma - ma credo, in generale, che si debba dare il più ampio spazio possibile e con particolare rispetto per il dibattito politico".

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