Prima udienza a Mansoura, in Egitto, dopo 1 anno e 7 mesi di detenzione preventiva. Lo studente rischia fino a 5 anni
E' stato aggiornato al 28 settembre il processo che vede imputato Patrick Zaki presso il tribunale di Al Mansoura, in Egitto. Lo ha reso noto su Twitter l'Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l'ong egiziana con cui collaborava lo studente dell'Università Alma Mater di Bologna.
La prima udienza si è svolta oggi d opo un anno e sette mesi di detenzione preventiva dello studente. La sentenza tuttavia "non prevede diritto d’appello", spiega ad Aki-Adnkronos International Lubna Darwish, a capo del dipartimento per i diritti delle donne e la difesa di genere dell'Egyptian Initiative for Personal Rights. A Zaki è contestato uno scritto del 2019 in difesa della minoranza copta, di cui fa parte.
"Purtroppo è così nei tribunali d'emergenza per la sicurezza dello Stato", prosegue Darwish riferendosi alla non impugnabilità della sentenza e sottolineando che Zaki, sulla base delle accuse che gli sono state mosse, "rischia fino a 5 anni di carcere".
"Noi speravamo che sarebbe stato rilasciato poiché le accuse sono false ed il verbale d'arresto è stato falsificato. Ma ora affrontiamo il suo processo sulla base di un articolo che ha scritto!", ha aggiunto l'esponente dell'Eipr. Secondo l'ong, Zaki è stato incriminato sulla base degli articoli 80 e 102 (bis) del codice penale per un articolo in cui raccontava la sua vita da cristiano copto in Egitto.
Intanto il mondo politico italiano si mobilita e torna a chiedere l'intervento urgente del governo sul caso. "Le preoccupazioni e i timori erano, purtroppo, fondati. La tortura di Patrick continua, oggi una escalation che ci trova ancora più determinati a lottare al fianco di questo ragazzo, cittadino italiano, prigioniero e sequestrato in un incubo". Così Filippo Sensi del Pd su Twitter.
”Dopo un anno e sette mesi di detenzione illegale, soprusi e torture, domani si svolgerà la prima udienza del processo contro Patrick Zaki. Qualsiasi aspetto di questa vicenda fa rabbrividire. E l'assordante silenzio del Governo Draghi non fa che peggiorare la situazione. Soprattutto perché continuiamo a vendere armamenti al regime di Al-Sisi", affermava ieri il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. “Mi auguro che il governo italiano- conclude l’esponente dell’opposizione di sinistra - si svegli dal suo colpevole sonno e intervenga".
"Dopo 19 mesi di terribile custodia cautelare, Patrick #Zaki verrà processato in una sezione che non prevede diritto di appello. Un dramma umano che non può lasciarci indifferenti. Il Parlamento ha impegnato il governo: non possiamo abbandonarlo", scrive su Twitter Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd.
'Il Governo italiano dia seguito alla volontà di Senato e Camera e si attivi per il conferimento a Zaki della cittadinanza italiana. Mai come in questo momento, nelle ore dell'avvio di un processo che è uno sfregio ai diritti umani, tutta la comunità italiana deve stringersi intorno a Zaki e far crescere la pressione per il suo rilascio". Così il senatore Francesco Verducci, vice presidente della commissione Cultura e primo firmatario della mozione approvata dal Senato che impegna il Governo per la cittadinanza italiana al giovane studente e ricercatore.