I sintomi ricordano quelli del vaiolo ma sono meno gravi
Il vaiolo delle scimmie, sotto i riflettori anche in Italia dove al momento si contano tre casi - tre giovani ricoverati allo Spallanzani di Roma - è una malattia zoonotica, cioè frutto del passaggio del patogeno dall'animale all'uomo, provocata da un virus del genere Orthopoxvirus; si verifica principalmente nelle aree forestate dell'Africa Centrale e Occidentale, ma sempre di più anche nelle aree urbane della regione, secondo l'Oms. Diversi recenti casi registrati in Europa sono frutto di una trasmissione in loco.
I sintomi ricordano quelli del vaiolo, un'altra malattia causata da un Orthopoxvirus che è stata dichiarata eradicata in tutto il mondo nel 1980, ma sono meno gravi. I vaccini contro il vaiolo danno un certo grado di protezione anche contro il vaiolo delle scimmie (in Italia la vaccinazione antivaiolosa è stata sospesa nel 1977 e abrogata nel 1981, ricorda l'Iss).
A differenza di quanto accadde all'inizio della pandemia di Covid-19, per questo virus esiste già un vaccino approvato e un farmaco antivirale per trattarlo. Il virus alberga naturalmente nei primati, ma anche in vari roditori come scoiattoli, ghiri e il ratto gigante del Gambia, uno dei roditori più grandi del mondo. Può arrivare a misurare 90 cm dalla testa alla coda e a pesare quasi 3 kg: un esemplare di questa specie addestrato dall'Ong belgo-tanzaniana Apopo, di nome Magawa, ha ottenuto nel 2020 una medaglia d'oro al valore per aver scovato in sette anni di carriera 39 mine antiuomo e 28 ordigni inesplosi in Cambogia.