"L'ex presidente non è più voce dominante nel Gop, suo peso in rapida diminuzione"
"E' la tirannia di una minoranza che spera di condizionare tutto il partito, Mi ricordano il parlamento italiano dove in pochi possono condizionare l'intero governo". Così Andrew Spannaus, analista politico americano e autore del podcast 'House of Spannaus', definisce i membri del Congresso repubblicani che in questi giorni hanno gettato nel caos il Gop, bloccando l'elezione di Kevin McCarty come nuovo Speaker.
"Politicamente sono più pericolosi di Trump, non 'istituzionalmente' in termini di minaccia alle regole democratiche", sostiene in un'intervista all'Adnkronos Spannaus, secondo cui i repubblicani che non appoggiano McCarthy "sono contrari a qualsiasi compromesso" e hanno posizioni "vecchie", vedi riduzione della spesa pubblica e ostilità a qualsiasi provvedimento bipartisan del Congresso, che "non riflettono la realtà di oggi".
"Vogliono evitare un cambiamento positivo nelle istituzioni e che si collabori sui punti condivisi", prosegue l'analista, evidenziando come nei primi due anni di presidenza Biden siano stati invece fatti dei "progressi" su temi bipartisan come infrastrutture, armi e soprattutto a livello di politica industriale, intorno alla quale "cresce l'idea di un intervento pubblico per vincere la battaglia tecnologica con la Cina".
E Trump? L'ex presidente ha pubblicamente invitato il partito a votare per McCarthy, ma sembra non essere stato ascoltato. "Trump ha ancora un peso ma è in rapida diminuzione. Non fa paura come prima, è visto come un perdente che farebbe perdere di nuovo il partito e le sue posizioni non sono quelle ortodosse per il Gop - spiega l'analista - Trump ha suggerito di evitare la guerra civile nel partito ma non è ascoltato e ciò dimostra che non è più la voce dominante".
Spannaus passa quindi a commentare il secondo anniversario dell'assalto al Congresso, sottolineando che il rischio di contestazioni c'è ancora, ma "la democrazia americana ha retto e ha risposto sia alle elezioni di Midterm, con la sconfitta dei candidati più in vista che denunciavano ancora presunti brogli, sia con una legge importante varata prima di Natale: l'Electoral count act, che rafforza le regole per la certificazione delle elezioni aumentando il quorum per contestarle e stabilendo un percorso rapido per andare in tribunale in caso di interferenza dei singoli Stati".
Per Trump, secondo Spannaus, dopo la diffusione del rapporto della Commissione parlamentare ed il deferimento al Dipartimento di Giustizia si aprono due possibilità. "Può essere bloccato grazie alle varie cause legali o addirittura da una determinazione giuridica sulla sua non eleggibilità oppure può semplicemente essere messo da parte politicamente - conclude - E' chiaro che sarebbe meglio per il Paese non dover passare per i tribunali ed evitare ulteriori divisioni ma sarà difficile visto che il dipartimento di Giustizia avrà molte pressioni".