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Impeachment Trump, Camera dice sì

Pelosi: "Trump deve andarsene, è un chiaro e immediato pericolo"

(Afp)
(Afp)
13 gennaio 2021 | 15.27
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La Camera dei Rappresentanti dice sì all'impeachment per Donald Trump, primo presidente degli Stati Uniti ad essere stato messo in stato d'accusa due volte durante il suo mandato. La Camera ha infatti raggiunto i 217 voti necessari ad approvare l'articolo di impeachment che accusa Trump di aver incitato l'insurrezione e la violenza contro il Congresso. Insieme ai democratici hanno votato anche nove deputati repubblicani.

Trump "deve andarsene, è un chiaro e immediato pericolo" per la democrazia, ha detto la speaker della Camera, Nancy Pelosi, aprendo il dibattito. "Noi sappiamo che il presidente degli Stati Uniti ha incitato questa insurrezione, armato la ribellione, contro il nostro Paese" ha affermato Pelosi, per questo Trump "deve andarsene". La speaker della Camera ha chiesto ai repubblicani di "guardare nelle loro anime" al momento del voto. I rivoltosi che hanno attaccato il Congresso non sono "patrioti ma terroristi" ha sottolineato. Nel suo discorso Pelosi ha ricordato il padre, John D'Alessandro, l'ex sindaco di Baltimora e deputato eletto alla Camera "quando gli italoamericani sono arrivati al Congresso".

Il primo a prendere la parola dopo la speaker della Camera è stato il deputato repubblicano Jim Jordan che ha lanciato un appello: "Dobbiamo cominciare a unirci". Nel difendere il presidente e nel giudicare divisivo l'impeachment, Jordan ha affermato che nei confronti di Trump e dei repubblicani i democratici hanno usato un "doppio standard". I dem, ha detto, “vogliono cancellare il presidente" e hanno voluto farlo fin dai primi minuti della sua presidenza.

In quello che potrebbe essere l'ultimo discorso alla Camera, Cedric Richmon, che lascerà il Congresso per andare a lavorare nell'amministrazione Biden, ha puntato il dito contro alcuni colleghi repubblicani che "possono essere stati cospiratori" con Trump nell'incitare l'insurrezione.

"Il presidente non è senza colpe, ha delle responsabilità per l'attacco al Congresso da parte della folla di rivoltosi" ha dichiarato il leader della minoranza alla Camera, Kevin McCarthy, che ha definito però l'impeachment "un errore". Donald Trump, ha continuato il leader repubblicano che in questi anni, e fino a pochi giorni fa, è stato un fedelissimo del presidente, "avrebbe dovuto immediatamente denunciare la folla quando ha visto quello che succedeva". Ed ha definito i fatti del 6 gennaio "anti democratici, anti americani e criminali". Il repubblicano ha però sottolineato che un impeachment "in tempi così veloci, senza aver concluso un'inchiesta, condotto audizioni", è un errore che finirà per dividere il Paese.

Il processo di impeachment al Senato non inizierà prima del 19 gennaio, viene affermato dall'ufficio del leader della maggioranza al Senato, il repubblicano Mitch McConnell. Questo significa che il processo dovrebbe svolgersi dopo la fine del mandato di Trump, che scade il 20 gennaio a mezzogiorno nel momento in cui Joe Biden giurerà da presidente e si insedierà la maggioranza democratica al Senato ed il leader diventerà Chuck Schumer. In una dichiarazione, il leader repubblicano ha detto che "si farà meglio l'interesse dalla nazione se il Congresso e l'esecutivo impiegheranno la prossima settimana concentrati ad organizzare un insediamento sicuro ed un ordinato trasferimento dei poteri all'amministrazione Biden".

Intanto Trump ha rivolto un appello. "Alla luce delle notizie di altre manifestazioni, chiedo che non ci sia violenza, violazione della legge e vandalismo di alcun tipo" dice il presidente Usa. "Non è quello per cui mi batto, non è quello che rappresenta l'America - afferma - Chiesto a TUTTI gli americani di contribuire ad allentare le tensioni e a calmare gli animi. Grazie".

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