Due studiosi dell'Università dell'Arizona hanno analizzato le parole usate durante le conferenze stampa negli anni della Presidenza. Nel 2011 il figlio Ron Jr ammise di aver notato qualcosa di strano nel 1984
Parole ripetute più di altre, il vocabolo "thing", "cosa", usato con troppa frequenza per indicare un sostantivo che non veniva alla mente, interi passaggi di un discorso riproposti alla platea, dimenticando di averli pronunciati pochi istanti prima. Tutti sintomi, secondo un gruppo di ricercatori dell'Università dell'Arizona, che indicherebbero che Ronald Reagan, 40esimo presidente degli Stati Uniti tra il 1981 e il 1989, era già affetto dall'Alzheimer anni prima che la malattia gli venisse definitivamente diagnosticata nel 1994.
Visar Berisha e Julie Liss, docenti di Scienze del linguaggio nell'ateneo Usa, hanno analizzando le trascrizioni di 46 conferenze stampa tenute da Reagan mettendole a confronto con le 101 alle quali ha invece partecipò il suo successore, George H. W. Bush, nei suoi 4 anni alla Casa Bianca. I due presidenti sono stati paragonati perché avevano un'età simile.
Per la ricerca, pubblicata su The Journal of Alzheimer's Disease e rilanciata dal New York Times, sono state usate tecniche per l'individuazione delle degenerazioni cognitive associate con l'Alzheimer. La conclusione è stata che "il presidente Reagan nel corso del tempo mostrava una significativa riduzione di parole uniche e un significativo aumento di riempitivi discorsivi e di sostantivi non specifici. Per il presidente Bush non c'è stata invece alcuna tendenza significativa in questo senso".
Nel momento della sua elezione, nel 1980, Reagan aveva 69 anni. Il presidente più anziano della storia degli Stati Uniti. Per mettere a tacere le polemiche sulla sua età, promise che avrebbe fatto un passo indietro se avesse percepito, con l'avanzare degli anni, di non essere nel pieno delle facoltà mentali necessarie a guidare gli Stati Uniti. Proprio quell'anno però, in un'intervista al New York Times, un Reagan raggiante sottolineò di "non essersi mai sentito meglio" come allora.
Regan morì nel 2004 all'età di 93 anni, ricordato e celebrato come uno dei presidenti più amati del Dopoguerra. La ricerca degli studiosi dell'Università dell'Arizona non dimostra che Ronald Regan mostrasse segni di demenza che avrebbero potuto influenzare in maniera negativa le sue capacità di giudizio o le sue capacità di prendere decisioni negli anni in cui era presidente, piuttosto suggerisce che le alterazioni nel linguaggio in futuro potrebbero essere impiegate per una diagnosi precoce dell'Alzheimer o di altre condizioni neurologiche.
La ricerca inoltre sembrerebbe confermare quanto rivelato nel 2011 dal figlio di Reagan, Ron Junior, in un'intervista alla Abc, in occasione dell'uscita del libro che celebrava il centenario della nascita del padre. Alcuni segni della malattia erano comparsi già durante la campagna per la rielezione del 1984, quando Ron Jr andò in visita alla Casa Bianca e trovò il padre nel suo studio intento in una serie di telefonate nelle quali si aiutava leggendo alcune note scritte. "Non è che pensai, o mio Dio, non si ricorda di essere il presidente, ma ebbi la sensazione che gli stava capitando qualcosa", disse.