Il governatore russo di Belgorod: "Due morti in bombardamento ucraino". Inviato Cina: "Né Kiev né Mosca hanno chiuso porta in modo fermo a negoziato"
La difesa aerea ucraina ha abbattuto oltre 30 missili e droni su Kiev la notte scorsa in quella che è stata la sesta ondata di attacchi russi alla capitale ucraina in sei giorni. Lo rende noto Serhiy Popko, capo dell'amministrazione militare di Kiev, su Telegram. Secondo quanto reso noto dall'ufficio del procuratore generale della capitale, due persone - un bambino di 11 anni ed un uomo di 68 - sono rimaste ferite dalla caduta di detriti dopo che la difesa aerea ha respinto l'attacco russo.
Nel dettaglio, le forze ucraine hanno abbattuto 15 missili cruise e 21 droni di fabbricazione iraniana Shahed.
Il governatore russo di Belgorod ha intanto reso noto che due donne sono rimaste uccise e due persone sono state ferite quando le forze ucraine hanno bombardato una strada nella località Maslova Pristan vicino al confine ucraino. "Frammenti di ordigni hanno colpito le auto che passavano, le due donne erano a bordo di un'auto e sono morte sul colpo", ha detto il governatore Vyacheslav Gladkov.
Altri governatori russi hanno denunciato oggi attacchi nelle loro regioni. Vasily Anokhin, governatore della regione di Smolensk, afferma che due droni hanno attaccato installazioni energetiche nei villaggi di Peresna e Divasy. Non vi sarebbero vittime o danni importanti, aggiunge.
Due villaggi di un'altra regione confinante con l'Ucraina, Bryansk, sarebbero stati bombardati nella notte, secondo quanto riporta il governatore Aleksandr Bogomaz puntando il dito contro le forze armate ucraine. Vi sarebbero stati incendi in due case, ma non ci sarebbero vittime.
Né Kiev né Mosca hanno chiuso "in modo fermo" la porta a negoziati per la fine del conflitto, ha assicurato intanto l'inviato cinese per gli affari euroasiatici, Li Hui, che nei giorni scorsi è stato in missione in Russia, Ucraina e altri Paesi europei e oggi ha tenuto una conferenza stampa per riferire degli esiti. "Il rischio di escalation della guerra russo-ucraina è ancora alto", ha ammesso Li, esortando le parti a prendere misure concrete "per raffreddare la situazione", intanto garantendo la sicurezza degli impianti nucleari.
Nella crisi in Ucraina "si possono incontrare ora molte difficoltà per le parti a sedersi e negoziare, ma dovremmo anche vedere che, d'altra parte, non manca completamente il loro consenso", ha sottolineato Li nella conferenza stampa. "Per esempio - ha continuato - la parte russa ha detto che la Russia non si è mai opposta ai colloqui di pace e ha sempre sostenuto una soluzione politica... Anche la parte ucraina ha detto di avere a cuore e di desiderare la pace, e per questo ritengo che le due parti non abbiano chiuso la porta ai colloqui di pace".
Poi tornando a parlare della situazione dal punto di vista militare, l'inviato cinese - che è stato ambasciatore a Mosca dal 2009 al 2019 - ha osservato che "il conflitto è in una fase di stallo e il campo di battaglia è pieno di incertezze. La situazione è preoccupante". "Se la guerra continuerà, ci saranno solo altri disastri e sofferenze - ha ammonito -Finché c'è un barlume di speranza per la pace, dovremmo lavorare attivamente per raggiungerla, invece di permettere che il conflitto continui e si allarghi".
"La Cina è disposta a considerare attivamente l'invio di un'altra delegazione nei Paesi interessati per avviare un dialogo sulla risoluzione della crisi ucraina", ha poi annunciato, senza specificare quali sarebbero i paesi coinvolti. "Riteniamo che c'è un grande divario tra le posizioni di entrambe le parti...Portare tutte le parti a negoziare ora sarebbe ancora molto difficile", ha dichiarato Li, riferendo gli esiti della missione di 12 giorni condotta nelle scorse settimane a Mosca, Kiev, Varsavia, Parigi e Berlino.