Alta 30 metri, con il suo bacino garantisce il rifornimento idrico alla Crimea e alla centrale nucleare di Zaporizhzhia
Costruita nel 1956 a 30 chilometri a est da Kherson, la diga di Nova Kakhovka sul fiume Dnieper - minata e danneggiata gravemente dalle esplosioni - è alta 30 metri e larga diverse centinaia e il suo bacino contiene circa 18 km cubici di acqua, lo stesso volume del Great Salt Lake nello Utah.
Il suo danneggiamento ed eventuale distruzione, per i quali Kiev e Mosca si stanno accusando a vicenda, potrebbe quindi provocare l'inondazione dell'area circostante, compresa Kherson, che gli ucraini hanno riconquistato alla fine del 2022.
La diga e il suo bacino garantiscono il rifornimento idrico alla Crimea, annessa alla Russia dal 2014, ed alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, oltre ad alimentare la centrale idroelettrica di Kakhovka. Di grande importanza anche strategica, la diga è stata occupata dai russi subito dopo l'inizio dell'invasione e da allora è controllata da loro.
Durante l'avanzata per la riconquista di Kherson, lo scorso ottobre, Volodymyr Zelensky aveva accusato i russi di aver piazzato delle cariche esplosive nella diga con l'intento di farla esplodere e provocare una vasta inondazione della regione.
La distruzione della diga "sarebbe un disastro di larga scala", diceva allora il presidente ucraino paragonandolo all'uso di armi di distruzione di massa. Ma anche allora vi erano accuse reciproche tra Kiev e Mosca, con i russi che accusavano gli ucraini di lanciare razzi contro la diga con l'obiettivo di distruggerla.
Nelle scorse settimane, era stato già lanciato l'allarme per l'innalzamento del livello dell'acqua del bacino, con la conseguente inondazione di villaggi della regione di Zaporizhzhia che autorità ucraine locali ritenevano collegate "all'occupazione russa della diga di Kakhovka".