Il ministro degli Esteri: "Lunedì a Bruxelles discuteremo di sesto pacchetto sanzioni"
L'Unione europea sia "sempre di più in prima linea" per la pace in Ucraina. Lo chiede il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, parlando da Berlino, dove sta per iniziare la riunione informale della Nato, e dopo il vertice del G7 di questa mattina. "Queste giornate in Germania, prima con il G7 e poi la Nato, sono una grandissima opportunità per dimostrare ancora una volta l'unità della nostra Alleanza - ha sottolineato Di Maio - La Nato è un'alleanza difensiva che in questo momento sta gestendo con la massima attenzione la crisi in Ucraina, ovviamente in complementarietà con la Ue".
Complementarietà, ha affermato il titolare della Farnesina, che "deve vedere sempre di più la Ue in prima linea per la pace, per raggiungere un accordo di pace, lavorando ad un tavolo che consenta di avere intorno tutti gli attori internazionali più rilevanti, sia le istituzioni internazionali sia i Paesi che possono esercitare un'influenza su Putin e fermare l'invasione russa in Ucraina".
La riunione informale dei ministri degli Esteri della Nato a Berlino sarà anche "un'importante opportunità per discutere l'allargamento dell'Alleanza a partner come la Finlandia e la Svezia", ha detto ancora Di Maio, ribadendo "l'importanza di quello che stiamo facendo come italiani, per cercare di coinvolgere sempre di più gli attori internazionali per arrivare ad un cessate il fuoco e poi ad un accordo di pace". "L'approccio italiano - ha sottolineato - è quello di continuare a sostenere l'Ucraina per tutti gli sforzi che sta compiendo nell'ambito del principio di legittima difesa e contestualmente coinvolgere attori importantissimi nostri partner, per poter fermare la guerra di Putin".
Lunedì a Bruxelles, in occasione della riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue, "discuteremo anche del sesto pacchetto di sanzioni" contro la Russia, ha fatto sapere inoltre Di Maio. Le sanzioni, ha ribadito, "sono l'unico strumento pacifico che abbiamo per fermare questa guerra e limitare le risorse che la Russia ha a disposizione per finanziarla".