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Ucraina, "da Prigozhin indicazioni a Kiev su dove attaccare Russia". Lui sbotta

Secondo il Washington Post il leader di Wagner avrebbe trattato per il ritiro di Kiev da Bakhmut

(Foto Afp)
(Foto Afp)
15 maggio 2023 | 08.32
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"Potevano sforzarsi un po' di più e falsificare qualche screenshot di telefoni cellulari". Yevgeny Prigozhin se la cava con una battuta per smentire le rivelazioni del Washington Post sulla sua presunta offerta di rivelare a Kiev le posizioni dei soldati russi in cambio del ritiro da Bakhmut. Lo riporta il Guardian, sottolineando che il fondatore del gruppo mercenario Wagner appare nervoso all'idea di essere dipinto come un traditore.

Nell'articolo si parla di incontri fra Prigozhin e l'intelligence ucraina in Africa, ma il capo della Wagner nega di essersi recato in quel continente dall'inizio della guerra in Ucraina. Sono i suoi nemici che "gettano m.... addosso", ha aggiunto, suggerendo che potrebbe trattarsi di "gente di Rublyovka", un'area fuori Mosca abitata da molti esponenti dell'establishment.

Una "bufala". Così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato la notizia del Washington Post. "Non posso commentare, ma sembra un'altra bufala", ha dichiarato Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti.

LE RIVELAZIONI DEL WASHINGTON POST - Secondo quanto scrive il Washington Post in esclusiva, citando documenti dell'intelligence statunitense, Prigozhin, avrebbe offerto ai militari ucraini informazioni su dove attaccare le postazioni russe se l'esercito di Kiev si fosse ritirato dalle zone attorno alla città assediata di Bakhmut. In base a questi documenti, alla fine di gennaio, Prigozhin ha promesso ai comandanti ucraini che, se avessero ritirato i loro soldati dall'area intorno a Bakhmut, avrebbe fornito a Kiev informazioni sulle posizioni delle truppe russe in modo che l'Ucraina potesse attaccarle. L'offerta di Prigozhin sarebbe arrivata all'intelligence militare ucraina, con la quale il leader dei mercenari russi ha mantenuto comunicazioni segrete durante la guerra.

Prigozhin ha più volte contestato pubblicamente la linea adottata dalla leadership militare e politica russa rispetto alla guerra, e in particolare a Bakhmut, ma fornire informazioni segrete al nemico significherebbe tradimento. I documenti Usa non specificano quali postazioni russe il leader di Wagner avrebbe voluto svelare.

Due funzionari ucraini hanno confermato a condizione di anonimato al Washington Post che Prigozhin ha più volte fatto arrivare proposte alla direzione dell'intelligence ucraina, nota come Hur. Un funzionario, in particolare, ha affermato che Prigozhin ha più volte parlato dell'offerta su Bakhmut, ma che Kiev l'ha rifiutata perché i funzionari non si fidano del leader di Wagner e temevano un tranello. Anche Washington, ha fatto eco un funzionario americano sempre a condizione di anonimato, dubita sulla veridicità della proposta di Prigozhin e sulle sue reali intenzioni.

Altri documenti trapelati hanno rivelato che i funzionari del ministero della Difesa russo si chiedevano come rispondere alle critiche di Prigozhin sulle prestazioni dei militari e alle sue richieste di maggiori munizioni. Nei documenti si parla anche di una lotta di potere tra Prigozhin e alti funzionari, tra cui il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. In questo contesto teso, Prigozhin ha avviato legami segreti con l'intelligence ucraina tra telefonate e incontri di persona con ufficiali dell'Hur in un paese imprecisato dell'Africa, afferma un documento.

L'intelligence statunitense sottolinea che Prigozhin si lamenta delle pesanti perdite che i suoi combattenti hanno subito e sollecita l'Ucraina a colpire più duramente le truppe russe. Secondo un documento Prigozhin ha detto a un ufficiale dell'intelligence ucraina che l'esercito russo stava terminando le scorte di munizioni e ha consigliato alle forze di Kiev di andare avanti con un assalto al confine della Crimea. Prigozhin, proseguono i documenti, era consapevole del crollo del morale tra le forze di Wagner e che alcuni dei suoi combattenti si erano rifiutati di schierarsi nell'area di Bakhmut per paura di subire ulteriori vittime.

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