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Ucraina, ambasciatore Russia in Italia: "Dare armi a Kiev porta solo a escalation"

Sergei Razov: "Relazioni tra Roma e Mosca notevolmente degradate"

Afp
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09 febbraio 2023 | 10.43
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Consegnare "nuovi tipi di armi al regime di Kiev porta solo a un'escalation, al prolungamento del conflitto e ad un aumento della distruzione, delle vittime e della sofferenza". Lo ha dichiarato l'ambasciatore russo a Roma, Sergei Razov, in un'intervista rilasciata all'agenzia Ria Novosti, nella quale ha sostenuto che l'Italia ha fornito all'Ucraina "armi e attrezzature militari per un valore di un miliardo di euro" e sta preparando "un sesto pacchetto, che comprende il trasferimento di un moderno e costosissimo sistema di difesa aerea".

Le relazioni bilaterali tra Roma e Mosca "si sono notevolmente degradate. Da persona che lavora da tempo in Italia come ambasciatore, lo dico con sincero rammarico, ha poi aggiunto.

"I meccanismi chiave del dialogo sono congelati, le restrizioni per le sanzioni aumentano ed il regime di Kiev riceve sempre più nuovi tipi di armi", ha proseguito Razov, secondo cui "nell'ambito di cinque pacchetti di aiuti, Kiev ha ricevuto armi e attrezzature militari per un valore di un miliardo di euro" ed è "in preparazione un sesto pacchetto, che comprende il trasferimento di un moderno e costosissimo sistema di difesa aerea".

Per l'ambasciatore, l'Italia è un Paese oggi "sull'orlo di una crisi energetica" dopo la decisione di interrompere le importazioni di gas russo sostituendole con l'aumento dei volumi provenienti da Algeria, Azerbaigian e dal Nord Europa, "tuttavia, le tariffe del gas per le imprese e le famiglie sono aumentate".

"Auguriamo di cuore agli italiani un rapido superamento delle difficoltà nel campo dell'approvvigionamento energetico, ma rimane senza risposta la questione se valesse la pena mettere a rischio la loro economia e il benessere dei cittadini per ragioni politiche", ha aggiunto l'ambasciatore.

"In merito ai carri armati russi (a Kiev, ndr), la fede in scenari apocalittici costruiti sulla demonizzazione della Russia non è ancora un motivo sufficiente per renderli pubblici. In generale, non credo che al ministro della Difesa del Paese che ha avuto un ruolo ben noto nello scoppio della Seconda guerra mondiale, convenga parlare di Terza guerra mondiale", ha continuato commentando le parole di Guido Crosetto, secondo cui "se i carri armati russi arrivano a Kiev scoppia la Terza guerra mondiale".

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